Il tokonoma completa il covo del samurai, dove tutte le sue anime fanno bella mostra di sé

Le costruzioni degli spazi in funzione delle disposizioni dei personaggi trovano un primo completamento, e la scoperta della tridimensionalità, con l'incontro della ragazzina: il triangolo magico che si viene a creare tra Ghost Dog, la bambina e il cane racchiude i tre in un mondo perfetto. La sequenza prende spunto da una versione colored di Frankenstein: solo ("Non parli mai con nessuno e non hai amici", lo apostrofa la piccola saputella), goffo, la mole non impedisce comunque il rispetto della comunità nera, quando con deferenza salutano il "fantasma" - con tanta maggiore eleganza dei buzzurri mafiosi - il genio dell'elettronica e ornitologo (abbondante e significativa è la presenza in ogni momento clou di qualche pennuto: il picchio nel mirino - apparso dopo Woody Woodpecker - e l'uccello che impedisce lo sparo, il piccione più volte protagonista di svolazzi esilaranti), allo stesso modo in cui gli italoamericani riconoscono l'autorità dei boss; eppure egli risulta affascinante per la sua cultura - conosce i libri che ad un primo avvicinamento della cinepresa gli vengono sottoposti dalla bambina - e per la sua aura, appunto da samurai. Ma successivamente, passando dal totale della panchina, che aveva isolato il momento dell'incontro dei tre congelando bambina cane e omone in un'altra delle istantanee di Jarmush, arriviamo ai primissimi piani attraverso sapienti momenti di climax e l'intimità tra i due e il transfert del cane sono completati e culminano nell'apparizione di Rashomon, libro galeotto che passa di mano; la bambina è destinata dalla chiusura del triangolo magico, completato sul libro dal suo movimento percettivo, ad intessere aforismi zen, venendo iniziata al codice d'onore.

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