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Il senso di comunanza nasce da complicità diverse tra loro. Possono essere letture comuni, pensieri in assonanza che sorgono in lingue diverse per affinità imponderabili, sintonia al di là del genere (bellissime le sequenze sul terrazzo dove il novello Marlon Brando accudisce i piccioni, che lo ricambiano con voli lirici, realmente pindarici). La nuova figura descritta da Jarmush affronta in modo diverso la sua collocazione in un mondo differente: Johnny Depp-William Blake viveva una terra di nessuno tra la vita e la morte, come la Memphis di Mistery Train era sospesa attorno al colpo di pistola visto attraverso vari testimoni, ancora una volta riferendosi non esplicitamente al racconto di Akutagawa, a meno di leggere come allusiva la presenza dei due giapponesi. Ghost Dog si muove sul terrazzo in inquadrature che lo isolano dal mondo circostante e le sue movenze da samurai sono estratte dal tempo e dal luogo, a cui rimane ancorato soltanto attraverso la sua abilità in elettronica e il feeling con i piccioni. Mentre il bianco e nero di Dead Man era la cifra evidente di questa traslazione in un universo altro, anche in quel caso parzialmente letterario, in quest’ultimo episodio sono le didascalie, scansione tecnica di un tempo antico, e le dissolvenze lunghissime che incrociano gli ambienti a delineare l’armonia della propria visione, come richiede il manuale di aforismi. |