Deleuze definisce l'inquadratura ne L'immagine-movimento (G.Deleuze, L'Image Mouvement, Paris, Les Editions de Minuit, 1983, trad.it. Milano, Ubulibri, 1983) come la determinazione di un sistema chiuso, relativamente chiuso, che comprende tutto ciò che è presente nell'immagine, scene personaggi accessori. Il quadro costituisce dunque un insieme che ha un gran numero di parti, cioè di elementi (i cinèmi di Pasolini) che entrano a loro volta in sottoinsiemi. Tutto il film è costruito sulla successione "inevitabile" dei quadri. Nei cui spazi i sottoinsiemi in(dividuali) a loro volta scomponibili (la famiglia di Lester/Spacey, suddivisile in marito moglie e figlia), dall'altra parte la famiglia Fitts: marito, moglie e figlio. Questa prima contrapposizione speculare è basata sulla ripetizione del numero tre.

Osserviamo come Mendes dispone nello spazio scenico i tre elementi. Lo fa in numerose inquadrature, due delle quali mi sembrano fondamentali. La famiglia Burnham seduta al tavolo da pranzo. I tre personaggi occupano quasi dei punti cardinali. Vediamo Lester a destra la moglie Carolyn a sinistra e la figlia Jane al centro. Le misure del tavolo sono, in maniera inconsueta, davvero notevoli . Si evidenzia nettamente la distanza ed opposizione (come per le polarità di un magnete) tra i tre personaggi. Tali sottoinsiemi non sono in grado, almeno nella prima parte del film, di intersecarsi. Mendes rafforza con precisi dialoghi le posizioni intransigenti dei personaggi, la cui caratteristica principale è quella di illudersi sulla possibilità che la vita possa esser controllata nei minimi dettagli (Annette Bening ha perfino predisposto le musiche che devono accompagnare i pasti).

Passando alla famiglia Fitts, vediamo i tre componenti padre madre e figlio seduti sullo stesso divano davanti la televisione, anch'essi nettamente separati l'uno dall'altro. Ogni possibilità di intersecazione fra tali sistemi chiusi è del tutto impossibile, ogni scambio avviene secondo un rituale spesso sintomo di una evidente nevrosi (vedi le risposte di Ricky al padre col signorsì). Il tentativo abbozzato della madre, la quale ha l'impressione di aver sentito qualche parola è subito frustrato, infatti Ricky risponde con glaciale noncuranza "Ma chi è che ha parlato?" Deleuze ci torna ancora utile quando afferma sempre nello stesso capitolo dedicato alle inquadrature: "le parti dell'insieme o del sistema chiuso, per mezzo di questi incastri di quadri" - le porte sono quelle che ci interessano - "non solo si separano, ma anche tramano e si riuniscono".

A questo punto abbiamo la chiave di lettura della porta rossa. Ci interessa innanzitutto per due motivi. Il primo è che la porta rossa si presenta in un quadro pressoché immobile: il resto della casa è di un altro colore (se non vado errato il bianco) mentre sul fondo è visibile la porta. Metaforicamente suggerisce la possibilità di un passaggio o un'apertura dentro il sistema immobile dell'inquadratura. Per di più l'apertura si distingue nettamente per il fatto che è rossa. Questa scelta cromatica non dovrebbe essere tanto casuale. Il rosso simboleggia le parti vitali, il sangue, il cuore che batte, e, dunque la passione erotica, o, più indicativamente la pulsione sessuale, la libido che cerca di esprimersi. Potremmo considerare la porta un semplice accesso all'es freudiano. La porta si trova in una piccola porzione dell'inquadratura. Se non ricordo male abbiamo un movimento in avanti verso la porta, dunque un movimento tout court verso la dimensione dell'es. Dall'altro lato c'è Il super io individuale, ma anche sociale, non dimentichiamo infatti che il bisogno di controllo della società americana si basa sulla codificazione di un'immagine, quella della famiglia felice, del professionista sempre in tiro (ci spiega benissimo la necessità delle coppie famose di mantenere un'immagine "sana" all'esterno), o semplicemente lo stereotipo della bellezza che è uguale a tre "s" (successo, sicurezza, soldi), attraverso il personaggio di Angela.

La seconda parte del film descrive la deflagrazione dei vari sistemi chiusi: le due amiche Jane ed Angela sono ancora sistemi/insiemi chiusi che non si intersecano. La deflagrazione nel film coinvolge contemporaneamente più sistemi.
Quello tra Lester e Carolyn, quello tra le due adolescenti Jane ed Angela, quello tra adulti e adolescenti. Angela, abbattute le barriere del suo sistema chiuso dopo il litigio con Jane, si apre a Spacey altro sistema chiuso che si è appena aperto (ha già lasciato il lavoro e la sua vita è totalmente cambiata).

Tali aperture, per seguire il filo logico di Deleuze, sconvolgono il sistema del Tutto aperto. I movimenti producono inevitabili conseguenze per gli altri sistemi e il povero Spacey morirà perché i movimenti innestati stanno producendo modifiche continue nei sistemi contigui.
Ora tutto questo poteva essere costruito secondo un criterio convenzionale di opposizione tra i personaggi, invece in American Beauty le opposizioni, tutta la dinamica dei rapporti tra i personaggi, corrispondono a precisi segni filmici.


La conferma che la potenza del cinema sta tutta nell'elaborazione del segno. A conferma di quest'analisi/approccio fisico dinamico Mendes oppone (il sistema di opposizioni nel montaggio è talmente geniale e perfetto da poter considerare il regista inglese un illustre erede del metodo di Ejzenstejn) l'inquadratura capolavoro: il sacchetto di plastica che volteggia trascinato dal vento insieme alle foglie.
Quel movimento altro non è che una sezione del Tutto aperto, una parte della durata, in cui la materia fluisce liberamente.

Andrea Caramanna

Concordo sulla definizione, e sul giudizio di merito (che estendo al film come "intero", rifiutandomi, come fa Federica, di relazionarmi al film come "totale" , cioè somma di parti, secondo un concetto di "bello geometrico").
La "sequenza del sacchetto di plastica" è un prelievo di realtà che gioca per opposizione con la piuma di Forrest Gump: questa piuma è un'immagine digitale che si dà come fotografica, mentre il sacchetto è un esperimento di laboratorio, il pedinamento del nulla che siamo.
Luca Bandirali