Ambiguità della bellezza

Ma Kano contiene in sé la natura del demone muliebre, che trattiene Genjuro, il vasaio di Ueda-Mizoguchi, avendo tuttavia anche l´animo di Tobei, il cognato zotico dell´artista geniale, che vuole diventare samurai nel film del ´53, come Kano in quello odierno. Eppure Kano, assalito di notte dalla illusoria banda rivale, brandisce la spada lanciando fendenti a vuoto come il confuso Genjuro del film premiato a Venezia 50 anni fa, quando scopre la vera natura della ammaliatrice revenant: una delle sequenze di Oshima in cui gli afflati dell´anima si prolungano negli slanci del corpo senza essere mediati dal filtro dell´arte militare del kendo, una violenza "artistica" che permette al testo di rivelarsi attraverso i corpi. Quella violenza pura inseguita dal giovane Kano, arruolatosi per ottenere il diritto di uccidere, si rivela uguale alla lotta con i fantasmi del vasaio tra le rovine di una magione distrutta da decenni.

L´effetto non risulta così truce come potrebbe apparire, perché il mondo dei fantasmi non è alieno, ma si fonde nella realtà caratterizzata dal caos, scatenato dall´incontro di nature apparentemente simili, quella di Kano e il luogotenente che lo ucciderà come in Ugetsu Monogatari è quella del genio artistico che si unisce a Wakasa, la quale in vita non aveva goduto dell´amore, intrecciando una volta di più eros/thanatos, vita/arte e lanciando un altro ponte tra i due film a distanza di quasi cinquant´anni.

Come a Mizoguchi serve un movimento che getti nel caos (traendolo da La passione del serpente di Ueda) per poi crearne un altro uguale e contrario per ricomporre l´ordine naturale dell´arte e per ottenerlo saccheggia di nuovo l´universo di Ueda recuperando un´altra revenant, la moglie del vasaio Miyagi di La casa fra gli sterpi, morta che riappare una notte per chiudere le soglie tra i due mondi, mantenendo un contatto più "naturale"; così in Oshima il movimento che scatena l´attrazione per Kano è la compresenza in lui di tratti efebici e di entusiasmo omicida fotografato benissimo nella decapitazione iniziale, che dovrà prevedere un movimento uguale e contrario, alluso nella decapitazione del ciliegio in fiore

Ciascun affiliato del Shinsen-gumi è sedotto dallo specchio di sé che vede riflesso in Kano, proprio come il vasaio è attratto dal valore decorativo degli oggetti della casa incantata della donna serpente, che sono l´aspetto formale con cui si presenta la sua arte privata della tensione creativa: in entrambi i casi si tratta dell´eterna dicotomia tra la realtà profonda a cui si applica l´artista e l´apparenza di questa realtà, fatalmente rappresentata dall´ambiguità torbida dell´algida bellezza. Il tabù sta nel confondere i due piani di realtà, che vanno ricondotti all´unità da un gesto risanatore uguale e contrario.