"I conti non tornano" pensai subito. "qui non c´è stata la solita mattanza da repubblica delle banane...I parenti delle vittime si comportano come gli ebrei dopo la fine dell´Olocausto. Girano mostrando le fotografie e cercando bambini che oggi hanno diciotto-vent´anni nel tentativo disperato di ricostruire famiglie disperse. Questo Paese puzza di sterminio. Che cazzo è successo?" mi domandai con una punta d´angoscia.
(Le Irregolari
Buenos Aires Horror Tour
,
di Massimo Carlotto, 1998,
edizioni e/o, Roma 1998, pag.47)

25 anni dal Golpe

«Non troverai mai pace continuando a percorrere il Buenos Aires Horror Tour» aggiunsi dopo un po´.
«Lo so» ribattè calmo. «Ma l´unico modo per far uscire i desaparecidos dall´anonimità degli elenchi e restituire loro un minimo di fisicità è mostrare dove vivevano e raccontare chi erano, che cosa facevano... soprattutto i loro ultimi istanti di libertà ... Quando erano ancora degli individui, prima che l´oliata macchina della desapareción li rendesse tutti uguali ...Torturati, uccisi, occultati».
Aveva ragione. Un nome, una data, una fotografia sbiadita si dimenticano presto. Le storie, invece, anche solo per un particolare si ricordano più facilmente. (Le Irregolari
Buenos Aires Horror Tour
,
di Massimo Carlotto, 1998,
edizioni e/o, Roma 1998, pag.78)