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Massimo Carnemolla
intervista con un partecipante alla sezione Spazio Torino del Torino Film Festival 1999

Massimo Carnemolla, oltre che un realizzatore, è anche una vecchia conoscenza di Cinemah, avendo frequentato la redazione della rivista su carta (prima dell'inizio di questa avventura telematica). La presentazione di una sua opera nel concoso Spazio Torino, ci è sembrata una buona occasione per parlare di temi che ci stanno a cuore, nonché del Torino Film Festival... La sezione Spazio Torino è sempre stata vista con sospetto dalla nostra redazione e le poche incursioni che vi abbiamo compiuto da spettatori non sono state incoraggianti. Infatti, nel breve carteggio telematico che ha dato vita a questa intervista, il primo argomento è stato...

Perché sono finito a Spazio Torino...

Probabilmente non esiste una ragione precisa. Forse per un’istintiva ritrosia da congetture di natura strategica che mi porta ad essere più concentrato sul video, sugli aspetti narrativi, produttivi; magari perché corrisponde alla mia scelta di essere un videomaker militante lontano da concezioni elitarie del cinema e del video; forse perché provo un’istintivo distacco dalle nevrosi autoriali di cui molti miei coetanei più famosi sono colpiti atteggiandosi a autori-divi di un Jet set formato Big Jim. Sicuramente Spazio Torino è la sezione del festival che è maggiormente decaduta negli ultimi anni, forse è sempre stata così. Credo, senza troppo tediarvi sulla purezza del messaggio e delle forme, che la mia naturale collocazione sia tra i poveri illusi, perché la mia è una sfida a 360 gradi, giocata su tutti i livelli; non vorrei colpire definitivamente la vostra soglia di attenzione sostenendo che il mio discorso sulla realtà stonerebbe se fosse collocato altrove. Gli obiettivi della mia ricerca vanno oltre le classifiche dettate da fantomatiche giurie, credo che la condizione di videomaker debba porsi degli obiettivi differenti dai consolidati meccanismi della produzione cinematografica.

Il cinema e' un'altra cosa

Il tuo video è una riflessione sul cinema: difende il cinema d’autore e cita Godard. Racconta la storia di un cinefilio che con la scusa della videoteca (lui ne è gestore) prova a condizionare nel suo piccolo il gusto del pubblico, proponendo e riproponendo film d’autore, nella speranza di convertire qualcuno al buon cinema. Quanto si impara secondo te a riconoscere un buon film da un cattivo film? Voglio dire il gusto estetico per il cinema si può insegnare davvero impartendo lezioni di storia del cinema nelle scuole, sui tram, nella propria videoteca? E se sì perchè secondo te il mondo è pieno di critici eccellenti dal gusto dell’orrido? (a questa seconda non sei tenuto a rispondere se vuoi, è solo un’intervista non pretendiamo che tu risolva i problemi dell’intero universo cosmo, consideralo se vuoi uno sfogo post Festival di Venezia...)

Nel video ho tentato di esplorare l’universo cinematografico attraverso la prospettiva dello spettatore, del fruitore ultimo non idealizzato, non teorizzato. La mia convinzione è che l’universo spettatoriale sia una realtà estremamente varia, il cinema ha mille anime. Per ricondurmi alla questione della "creazione del nuovo spettatore" ritengo che un’approccio normativo in materia di gusto sia semplicemente assurdo: non si può insegnare il gusto. Tuttavia è necessario conoscere il meccanismo che regola la costruzione della realtà (narrativa), quindi ben vengano le lezioni di storia del cinema, di narratologia, di semiotica, etc. Quello che nel video cerco di insinuare è l’insensatezza di un’idea assolutistica di cinema sia esso d’autore o di altro genere. Probabilmente ho scelto di scomodare i miei riferimenti culturali (Godard) non per schierarmi dalla parte del cinema d’autore, ma per denunciare l’assenza di un terreno comune, di una conoscenza comune sui cui i vari fruitori si possono confrontare. Una maggiore consapevolezza del medium cinematografico condurrebbe gli spettatori e selezionare tra film di buona qualità e quelli di pessima fattura. Il cinema (purchè sia di buona qualità) è bello perché è vario… per concludere con uno slogan di sicuro effetto.

Per quanto riguarda i critici non mi esprimo, ti rimando significativamente alle torture inflitte da Nanni Moretti in Caro Diario al critico immobilizzato.

Che futuro o che presente vedi per un laureato, non più neanche troppo neo in storia e critica del cinema?

In una battuta: l’illusione di un falso movimento in uno spazio virtuale. Traducendo non credo sia facile rispondere a questa domanda; sicuramente è chiamato più di ogni altro ad imparare a mantenere vive le illusioni (e qui ritorniamo ai poveri illusi), magari creando una factory, o magari creando un web-magazine, o forse semplicemente tentando di trovare una collocazione nel mercato del lavoro…

Al video collaborano i Fratelli Marzano, film-makers torinesi apparsi altre volte al Festival cinema giovani di Torino: questa vostra collaborazione e’ casuale o pensate di fare altri lavori insieme? E ancora: unirsi in più persone per la creazione di un film ha una qualche convenienza prettamente economica o vuole promuovere un lavoro di confronto dei metodi produttivi?

E’ un esperimento di natura narrativa e politica. Nasce da una mia stima nei loro confronti per quanto riguarda le capacità d’interpretazione. Ho chiesto loro di interpretare nel mio video due personaggi che avevano inventato qualche anno fa. Loro hanno accettato quasi a scatola chiusa. La loro presenza per me rappresenta un omaggio alle generazioni di videomaker cresciuti sotto la Mole con sogni (quasi) americani. Questa esperienza è andata bene,credo. Sono aperto ad altre collaborazioni perché il progetto della Isla MediaMovieMent, che ho ufficialmente creato una decina di mesi orsono, prevede lo sviluppo di una realtà laboratoriale dove si possano confrontare diversi profili creativi al fine di realizzare prodotti di maggiore qualità(?). Questa collaborazione, da me ricercata, ha assunto il significato di andare contro le regole della competizione per promuovere un confronto tra percorsi artistici differenti.

Vorrei invitarvi, infine, a visitare il sito di Isla MadiaMovieMent http://move.to/islamovie

 a cura di Sonia Del Secco

 


 

 

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