"Il vigere perdurante dell'oblio si nasconde come Lhqh, (Lete) a cui l'Alhqeia (Verità) è connessa in modo così immediato che quella può ritirarsi a favore di questa e lasciare ad essa il puro disvelare nella forma della FusiV, (Natura) del LogoV, (Logos) dell'En, (Ente) e ciò come se non vi fosse bisogno di alcun nascondimento."
(Heidegger, Moira)

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È un altro aspetto a confronto con i dilemmi affrontati dal sergente maggiore incapace di acquietare l'inquietudine, dal capitano greco o dal portantino non violento, il quale unico è ancora in grado di accorgersi a seguito della licenza di "essere stato sulla riva di un nuovo mondo, di essere entrato nell'età dell'oro": una possibilità di accostamento alla jusiV che sarà un troppo consolatorio conseguimento finale dopo la morte realizzato con le immagini di pacificante immersione in una sorta di Lete (aleqeia, Aletheia) popolato da genti semplici che nuotano nella pace azzurrina del mare: una verità adatta solo alla sua evoluzione personale. Ben diverso dallo stato d'animo di Edward Welsh, il sergente interpretato da Sean Penn, che vorrebbe conseguire la beatitudine data dal torpore insensibile di poter assistere ad un giovane morente e non provare nulla.

Le guerre mondiali sono la forma preliminare della soppressione di ogni differenza tra guerra e pace, soppressione che è resa necessaria dal fatto che il mondo è divenuto non-mondo, in seguito all'abbandono dell'essente da parte di ogni verità dell'essere."Mondo" nel senso della storia dell'essere, significa infatti l'inoggettivo dispiegamento (Wesung) della verità dell'essere(Seyn) per l'uomo, in quanto questo è essenzialmente traspropriato (Uebereignet) all'essere. Nell'epoca dell'esclusivo potere della potenza il mondo è divenuto non mondo, nella misura in cui l'essere è bensì presente, ma senza un proprio vigere.

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Guerra e pace, trasformate nel senso della loro inessenza, sono assunte nell'erramento e, poiché sono divenute irriconoscibili in una qualunque differenza, scompaiono. La guerra è diventata una sottospecie dell'usura dell'essente, che viene continuata nel tempo di pace.
(Heidegger, Oltrepassamento della metafisica)

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