Il soliloquio è la vera cifra del film e avrebbe permesso lo sviluppo di ben altre elucubrazioni, che talvolta fanno capolino nelle pieghe delle frasi fatte: da brivido ad esempio, e fa ben sperare all'inizio, l'aggrapparsi al ricordo della morte della madre da parte di Witt, il protagonista che si augura, come in effetti accade nel pacato finale, di "accogliere l'ultimo respiro come ha fatto lei: con calma, perché è lì che si nasconde l'immortalità che non avevo mai visto"; purtroppo questa interpretazione dell'approccio al conferimento di senso apportato dalla morte alla esistenza talvolta si ammanta di eccessivo misticismo, tanto da risultare non un complemento dell'altro punto di vista rappresentato dal sergente maggiore Edward Welsh (Sean Penn, intensissimo), quanto piuttosto una risposta al suo agnosticismo ("Ho sentito a lungo parlare della morte, ma io non l'ho mai vista"), che ci introduce nella caverna in cui viene proposto il duetto con le stesse luci del Kurtz di Apocalypse now. Dunque l'autore sceglie di condurre il racconto come un confronto a distanza tra due diverse soluzioni al dilemma relativo alla morte, seguendo i due marines impegnati l'uno a intrattenere un soliloquio con l'Essere e l'altro a ricercare un disperato conforto al di là della certezza che non esiste un altro mondo.

La metafisica accade a partire dall'essere stesso e l'oltrepassamento della metafisica accade come accettazione-approfondimento (Verwindung) dell'essere. Il lavoro, infatti (Ernst jumger, Der Arbeiter, 1932) perviene oggi al rango metafisico di oggettivazione incondizionata di tutte le cose presenti, le quali dispiegano il loro essere nella volontà di volontà. Se è così non possiamo immaginarci di essere fuori della metafisica solo sulla base di un presentimento del suo trapasso. La metafisica oltrepassata non scompare. Essa ritorna sotto forma diversa e mantiene il suo dominio come permanente distinzione dell'essere rispetto all'essente. L'uomo della metafisica è fissato come l'animale che lavora. Questa fissazione sanziona l'estremo accecamento circa l'oblio dell'essere. L'uomo però vuole se stesso come volontario della volontà di volontà non può volere altro che la nullità del niente, di fronte alla quale egli afferma se stesso senza essere in grado di riconoscere la propria compiuta nullità. (Heidegger, Oltrepassamento della metafisica)

Sgt.Welsh
        Private Witt