La poesia del film parte dall'assunto di darsi come un accadere senza motivo, la volontà non ha alcun ruolo sia nella produzione che nella fruizione. Siamo di fronte proprio alla globale assenza di filtro razionale; come alla base della poesia più autentica c'è un dirompente eros primordiale, anche in questo film lo stesso fondamento s'impone con la sequenza del campo di girasoli. Lì nel sorriso della giovane e nella casta liberazione dai vestiti si avverte nelle viscere l'irrepetibile momento in cui ognuno di noi ha provato la consapevolezza di stare per fare l'amore per la prima volta: trasmette lo stesso fermento di ogni cellula sensibile del corpo, la medesima pulsione, la sensazione di stare per vivere qualcosa di eccitante. Ecco l'eccitazione viene sempre mantenuta a livelli strabilianti nel succedersi di situazioni scanzonate, volte a scardinare qualunque aspettativa razionale, fino ad arrivare alla rivitalizzazione dei due nonni, metafora della iniezione di energia, che si prova all'uscita dal cinema, quando ancora ci si muove al ritmo della incessante musica di ottoni già in Underground: la banda dei matrimoni e dei funerali, che segue sempre i personaggi. Qui addirittura va a prendere il malato dimesso dall'ospedale fin dentro la stanza..