É probabilmente fuorviante parlare genericamente di cinema africano, tuttavia periodicamente si avvertono fenomeni riconducibili tutti a medesime esigenze, probabilmente indotte dagli effetti della globalizzazione su un territorio colonizzato da sempre, quindi abituato ad essere sensibile a ciò che proviene dall'esterno. E a subirlo; ma talvolta anche a rielaborarlo. La conseguenza più immediata è il métissage, mezzo adottato dal cinema subsahariano per superare l’impasse del postmoderno tecnologico, un impulso al recupero del proprio passato che fu già di certe componenti della postmodernità europea dei primi Anni 80 e poi del recupero del feudalesimo giapponese (Aoyama Shinji e Oshima Nagisa all’ultimo festival di Cannes).
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