Il bello dell'immaginario di Auster è che il lettore si appropria di ogni nuovo tassello soltanto mettendosi in gioco, crescendo attraverso scelte operate di fronte a strade che si biforcano (Moon Palace), scoprendo alla fine che l'intento è quello di cancellare l'inganno delle scelte solo in apparenza evidenti: in Mr.Vertigo si può imparare a volare, ma non si deve avere paura di nulla e si subisce un addestramento che non prevede vigliaccheria, come sottolinea Celia nel film ("Non svelo i miei segreti ai fifoni"); il mosaico di destini che si viene creando si ottiene prestando attenzione ad attimi che condividono spazio e tempo con universi paralleli normalmente invisibili. Questa prassi diventa nel film parte del racconto, poiché l'autore pone al centro di tutto l'impianto quei momenti di luce blu che avvolgono la dimensione dei due amanti, mutando le loro emozioni con l'ambiente; cooperando a rendere sopportabile la morte, conferendole un senso: essa è addirittura l'attimo per antonomasia che può rendere dignitosa tutta una vita.
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