TODO SOBRE MI MADRE







Spesso l'autore in passato ha collocato su un divano tre o più donne di età e condizione diversa, divertendosi a registrare quello che avveniva: da Pepi Luci Bom y otras chicas del monton in poi ne è risultato un ritratto comico di cameratismo e surrealismo, venato da complicità. Non si tratta dell'unico tropo tipico del corpus almodovariano e nemmeno di autocitazione, ma di luoghi rivisitati forse proprio in onore di quella madre già complice di alcune opere del mancheco, morta durante la presentazione del film in Italia, alla quale il film è offerto fin dal titolo come ossequio attraverso di lei a tutte le donne che le possono somigliare, come lo stereotipo dell'omaggio della dedica finale a Gena Rowlands, Bette Davis, Romy Schneider: tre ritratti, una sola tipologia di donna.

In questo film sono compendiati gli altri dodici della carriera del regista: suore come in Entre tinieblas, la protagonista di Que hecho yo para merecer esto?, la ripresa sfocata in soggettiva dell'incidente già in La ley del deseo, la donazione degli organi ripresa dal La Flor de mi secreto che pare sia stata l'ispirazione del film, il travestito ripreso come in Tacones lejanos, l'intreccio di destini di Mujeres al borde de un ataque de nervios, l'impulso a normalizzare condotte apparentemente devianti, presente in tutta la filmografia, ma in particolare evidente in Atame! e condotto alle estreme conseguenze nella passione destinale di Matador


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