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  • Proprio questo pare il caso di Izzy, burbero e scontroso ("Pazzo, selvaggio" si autoprocalama) musicista che si scioglie in dolce amante, trovando nel sentimento indotto dalle pietre il riscatto di una vita "grigia" e forse la rivelazione dell'impossibilità di dividere nettamente il mondo tra opposti: tutto si confonde al punto che non è chiaro chi sia morto e chi sopravviva, probabilmente perché la coppia oppositiva per eccellenza viene manipolata nel racconto e nei riferimenti testuali: riescono difatti a coesistere sullo schermo Vita e Morte in particolare nei due istanti in cui si avverte la presenza della morte (il suicidio di Celia e la sequenza dell'ambulanza), la quale aleggia lungo tutto il film. Ineffabile. Come la musica, incarnata da Izzy al punto che anche i suoi ricordi cinematografici datano alla morte di Gene Kelly (un dettaglio importante visto che l'autore nella versione originale cita due volte la decisione di legare il suo interesse cinematografico alla carriera del fantasista protagonista di Singin'in the rain).