Ciascuno faceva ciò che più gli piaceva e meglio
sapeva fare. Don Anselmo stava alla cassa, prendeva i soldi e
dava il resto. Fernando, dietro il banco, descriveva e raccomandava
i film ai clienti, sorrideva, sopportava - male - gli ignoranti,
i mediocri, i passatisti, quelli che chiedevano film classici
solo se in versione colorizzata, quelli che venivano solo la domenica,
quelli che potevano tranquillamente vedere Casablanca mangiando
una pizza con peperoni e prosciutto e offuscandosi la già
offuscata ragione con del vino rosso che sapeva di tappo, o magari
neppure quello. Perché questi erano anche peggio :
i frutti tarati dell'ascesa sociale, quelli che comparivano con
due bottiglie, carissime, di Caballero de la Cepa, poniamo, e
dicevano a Fernando: «Dammi un film dell'orrore, ragazzo».
«Quale ? Uno di Tod Browning, di Terence Fisher o di
David Cronenberg ?» «Quello che vuoi» semplificava
il cliente chiedendosi vagamente chi diavolo fossero quei signori.
E aggiungeva: «Abbiamo degli amici a cena, sai. E mia moglie
ha cucinato una sogliola fenomenale con cuori di palma».
Fernando, allora, gli dava L'esorcista, e mentre il tizio
si allontanava felice con il vino e la cassetta pensava rabbiosamente:
«Spero che Linda Blair ti vomiti verde sulla sogliola e,
soprattutto, sui cuori di palma».
(Los Crimenes de Van Gogh,
di José Pablo Feinmann, 1994,
trad.it. di Gina Maneri, Cinebrivido
Marcos y Marcos, Milano 1998, pag. 23)