«Le diceva: ¨Io ti amo, ma lui mi paga¨. E dava retta a Bogart».
«Se il mio padrone fosse Bogart, anch'io gli darei retta». rispose Fernando, lanciando un'occhiata rabbiosa e furtiva a don Anselmo.
Il quale, il sigaro scuro e spento sempre tra i denti, disse:
«Mi stai insultando, moccioso?».
¨Moccioso¨ si disse Fernando. Che cosa mai autorizzava quel ciccione taccagno a chiamarlo moccioso? Forse un unico ma inconfutabile motivo: era il suo padrone e gli pagava uno stipendio.
(Los Crimenes de Van Gogh,
di José Pablo Feinmann, 1994,
trad.it. di Gina Maneri, Cinebrivido
Marcos y Marcos, Milano 1998, pag. 27)

Stava per ricominciare a radersi quando lo vide per la seconda volta. Seduto, con aria indifferente, in una poltrona, le gambe allungate e i piedi su una sedia, intento a pulirsi le unghie con un bisturi, a pulirsele minuziosamente, c´era Jack lo Squartatore. Era la sua immaginazione, l´immaginazione di Fernando, o una densa bruma lo avvolgeva sempre? Benché, naturalmente, se si trattava di formulare domande ce n´era una che precedeva tutte le altre: era la sua immaginazione o era davvero Jack lo squartatore quello seduto nella sua poltrona? Decise di non porsi questa domanda. O, almeno, di non lasciare che questa domanda lo assillasse. Accidenti, perché concedere tanto al buonsenso? Perché non accettare, con umiltà, un fatto così impossibile, così assolutamente folle come quello, evidente ai suoi occhi, della presenza di Jack lo Squartatore?
«Dove stai andando?» chiese Jack.
Fernando cominciò a farsi il nodo alla cravatta.
«Alla Todofilm» rispose «È una casa di produzione e distribuzione di film. Lavoro in archivio e servo il caffé alle riunioni della direzione».
Jack sorrise con ironia e anche con una punta di disprezzo.
«Vita affascinante, la tua» commentò.
Fernando sospirò infastidito ma niente affatto rassegnato.
«Lo so benissimo, Jack» ammise. «Non c´è film più noioso della mia stessa, triste esistenza» .
Jack continuava a pulirsi le unghie, circondato da quella bruma. Il bisturi scintillava.
«Sai cosa facevo io quando mi annoiavo?» Fece una pausa. Guardò Fernando. Disse: «Ammazzavo una prostituta, La squartavo. Le strappavo i reni. Ne sezionavo uno in due parti. Metà la friggevo e me la mangiavo per cena. L´altra metà la mandavo alla polizia». Sorrise con piacere e aggiunse: «Quelle mie monellerie li facevano inorridire»

(Los Crimenes de Van Gogh,
di José Pablo Feinmann, 1994,
trad.it. di Gina Maneri, Cinebrivido
Marcos y Marcos, Milano 1998, pag. 33)