Nel pomeriggio il commissario Pietri convocò una conferenza stampa.
«Secondo lei Van Gogh è un residuo, un prolungamento della violenza in cui è vissuto il paese durante la dittatura militare?» chiese un giornalista di Gaceta12.
«Non mescoliamo cose che non c'entrano niente, signore»
rispose Pietri seccato. «Una cosa è la violenza di Van Gogh e un'altra sono stati gli sforzi del Governo delle Forze Armate per porre fine al flagello sovversivo».
«Lei giustifica la violenza della dittatura, il terrorismo di stato?» insisté il giornalista.
«Non siamo qui per parlare di questo!» indignato, Pietri. «Siamo qui per parlare del presente, non del passato! E il presente è Van Gogh. Questo è il nome che ha oggi la violenza in Argentina»

(Los Crimenes de Van Gogh,
di José Pablo Feinmann, 1994,
trad.it. di Gina Maneri, Cinebrivido
Marcos y Marcos, Milano 1998, pag. 129)