Festival Internazionale Cinema Giovani

Incontri
... possibili e talvolta impossibili; chi s'è visto s'è visto!

Cinema italiano di genere
Omaggio a Giulio Questi

Incensamento:
Quando intervenire con ironia sul genere significa agire sulla forma, anziché sul contenuto, come invece era proprio della nouvelle vague, dice Rondolino.
Questi allora si compiace di riscontrare nel suo lavoro echi dell´estetismo di Cocteau e comincia a fare rilievi tecnici: esiste una predominanza del bianco verso cui tende ogni immagine, azzerandosi nelle piume delle galline, come nei repentini flou delle successioni di dissolvenze in Il passo, sono la caratteristica emergente di una attenzione alla fotografia che prelude ad Antonioni.
Le rotture di linguaggio, secondo Orio Caldiron, provengono dalla esperienza documentaria. Sempre Caldiron chiama in causa Borowczyk: il suo connubbio con Cocteau non può che sfociare in un surrealismo ammantato di pop in La morte ha fatto l´uovo.
In questo film Questi confessa di essersi disinteressato di Gina Lollobrigida (si vede: ella non appare in grado di porgere battute un po´ più complesse dei suoi soliti monosillabi), che viene superata in espressione dalle galline, cui il regista tributa un vero omaggio; in fondo Gigi Meroni, altro poetico surrealista non solo del pallone, amava passeggiare negli stessi anni con una gallina al guinzaglio. È un atteggiamento blasfemo verso il nome di richiamo, equilibrato dal rispetto nei confronti dei dimenticati Wolff e Peppino Amato, gangster-produttore tipico dei ´60s: ¨Un cinema di magliari¨. Grandi produttori che facevano contratti con i piccoli, che prendevano anticipi e poi si buttavano a fare il film, proponendolo a chi capitava. ¨Peppino Amoroso mi convocò in una suite di un albergo di Via Veneto nudo e solo successivamente indossò una vestaglia di seta azzurra¨


Biografia:
Giulio Questi è uno di quei casi in cui il labile confine tracciato dalla parola ¨giovane¨ sbeffeggia l´anagrafe. Nato a Bergamo il 18 marzo del 1924, passa le notti navigando in Internet. Dopo la laurea in Lettere si dedica al giornalismo e alla letteratura; negli anni ´50 produce documentari lucidissimi. Negli anni sessanta è aiuto regista per Zavattini, Visconti, Zurlini, Rosi, Petri
L´esperienza della resistenza lo aveva segnato a tal punto che la traspose nel suo western del ´67 Se sei vivo spara, dove viene acuito il ricordo della lotta contro il fascismo anche con espedienti tecnici come i flashback (dai quali emerge il senso delle memoria dei compagni morti, come nella sequenza dei messicani costretti a scavarsi la fossa) o mostrando senza filtri la ferocia e la violenza della guerra partigiana. Quasi come un percorso catartico, che attraverso il sangue, mai prima di allora mostrato sullo schermo con una simile evidenza (soprattutto in relazione alla resistenza, edulcorata nel ricordo per esorcizzarla nella società democristiana), e la presenza dei cadaveri ingombrante per le coscienze evidenzia la lotta tra il bene e il male, impedendo al revisionismo di mescolare i diritti del povero peone, precedentemente bandito messicano, terzomondista con i gringos razzisti e sfruttatori; la violenza per la libertà contrapposta alla prevaricazione arrogante e non assimilata al becero cameratismo fascista.
Questo viene di conseguenza alla costante presenza della morte, che scivola talvolta nel gotico (emersione dalla terra di Tomas Milian, come uno zombie) e altre volte nella dissacrazione del romanzo picaresco: le due forme derivate dalla duplice tradizione italiana, controriformista per l´aspetto orrifico e popolare nel distacco ironico. La tradizione scaturisce nei film di Questi in qualcosa di non convenzionale.
In Se sei vivo spara racconta Gianni Amico (aiuto regista) che si autocensuravano certe idee durante la lavorazione, ma non fu sufficiente: la magistratura lo ritirò in tre giorni. Era un film su commissione, tuttavia era al servizio del tentativo di sfuggire ai generi, manipolati in chiave pop, che è il motivo per cui, nonostante l´atmosfera infernale che si respira, si nota un sottile divertimento nella narrazione (ad esempio gli impiccati, che rimandano alla sensibilità Manoscritto ritrovato a Saragozza di Potocki).



I Film della serata:
La morte ha fatto l´uovo nacque dalla collaborazione con Kim Arcalli, il montatore che ha firmato le sceneggiature per il suo modo di intendere il montaggio, adatto allo sgretolamento del genere allo scopo di costruire un gioco anche ideologico sul cinema, rimanendone fuori.
Invece Il passo è un film violento, il cui montaggio rimane un esempio copiato da molti (il mito vuole che Arcalli abbia montato in una notte con l´ausilio di due bottiglie di vodka la sequenza dell´incidente alternando rapidamente inquadrature di pochissimi fotogrammi).
Altre due collaborazioni tra Jules e Kim (come venivano chiamati) furono Happening, un film sull´alienazione giovanile, che giustificherebbe da solo la sua presenza al Festival dedicato ai giovani: si trattava di quattro episodi legati insieme ad incastro in quattro città americane diverse.
Invece Arcana non fu distribuito da una piccolissima casa che fallì mentre lo stampavano; ne esistono cinque copie. La storia narra di meridionali a Milano in modo surreale.

A cura di Adriano Boano e Marcello Testi

 

 


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