In ogni forma possibile di racconto (scritto, orale) o meglio ogni forma possibile di intreccio narrativo è possibile riscontrare gli elementi di: informazione, attesa , ambiguità di cui abbiamo accennato in precedenza.

Un testo che sia organico e coerente ha un inizio e una fine e le notizie che esso fornisce tra l'uno e l'altra sono presentate secondo una precisa struttura discorsiva. Gli elementi di ordine narrativo assolvono ruoli specifici all'interno del racconto ed è possibile seguire un ordine di presentazione dei fatti piuttosto che un altro orientando già al momento della narrazione il percorso di evoluzione conoscitiva in una direzione specifica. Chi ascolta guarda o legge comprende in quanto collega l'informazione acquisita sul momento con quella precedente già archiviata e con quella che si è nelle condizioni di poter attendere. I tempi di esposizione delle informazioni per es. influiscono sulle sfumature che si possono dare all'informazione stessa.

Una verità può essere raccontata in modi differenti e non per questo perdere la sua autenticità: immaginiamo di raccontare a fruitori diversi un racconto comune facendo uso di espedienti narrativi diversi da fruitore a fruitore ( mi riferisco per es. all'ellisse temporale o al flash back) l'ordine dei fatti, quello per intenderci cronologico in senso lato, alla fine risulterà essere compreso da tutti e uguale per tutti . Quello che sarà diverso per ciascun fruitore saranno il tempo e l'ordine attraverso cui sarà pervenuto alla verità finale, alla comprensione del racconto nella sua totalità. La manipolazione dell'ordine classico di esposizione va letta inoltre come una cifra stilistica specifica.

Perchè tutto questo? Per dire che la realizzazione della suspense avviene nella fase costruttiva del film, a livello di messa in opera della realtà profilmica, con un lavoro di scelta tecnico linguistico connesso all'uso delle apparecchiature di ripresa alla posizione agli spostamenti di macchina a tutto quanto contribuisce tecnicamente alla realizzazione di un massimo di effetti drammatici di attesa, di tensione ansiosa, di "sospensione".

Sapendo che il linguaggio cinematografico dispone di codici propri atti alla costruzione dell'intreccio narrativo, proviamo ad analizzare alcuni esempi tecnici di produzione della suspense. Vedremo come sia possibile usare degli espedienti tecnici in modo non funzionale al racconto ma come cifre stilistiche.

Il carrello avanti è un movimento di macchina che produce una progressiva e fluida esplorazione dello spazio in avanti. La camera si muove su binari appositamente predisposti : permette di ottenere un'impressione di avvicinamento lento.Questa tecnica fu usata da Alfred Hitchcock in una famosa sequenza di "Notorius" (1946) .

La m.d.p. inquadra dall'alto di uno scalone interno la grande sala sottostante in cui sta avendo luogo una festa. Scende lungo il mancorrente: arriva alla sala, si fa strada fra la gente e tra gli invitati sceglie Alicia. Della donna inquadra prima la figura intera poi va a selezionare una parte di lei. Ora nel quadro diegetico c'è solo la sua mano e nella mano vediamo che è serrata una chiave. Tutto quanto avviene senza stacchi in un'unica sequenza lunga.

La lunghezza dell'inquadratura ci ha dato il tempo di prevenire (meglio di aspettarci) le mosse successive della m.d.p., solo alla fine possiamo dire che era come pensavamo: Alicia ha con se' la chiave come era previsto dal plot ma il regista ha scelto di sedare il nostro dubbio a poco a poco. L'apprendimento dell'informazione è a cerchi concentrici.

Il montaggio alternato è una forma di manipolazione dell'ordine classico di esposizione. Esso permette di presentare due azioni parallele ma simultanee che si svolgono in spazi differenti non necessariamente contigui. Originariamente si usava nei casi inevitabili es. per un inseguimento. Griffith rifinì e rafforzò la tecnica facendone uno strumento di produzione della suspense.

In "The lonely villa" (1909) furono infatti montate in sequenza: brevi scene di una madre che proteggeva la figlia da delinquenti, a scene di un uomo che si affrettava al salvataggio.

Qui il gioco sul tempo è chiaro: il ritmo veloce delle scene montate crea tensione nello spettatore. Egli assiste passivamente all'inesorabile passare dei minuti e nella sua posizione di testimone può solo provare la sensazione di chi vorrebbe in qualche modo intervenire o quantomeno poter suggerire all'uomo che sta andando in soccorso di fare più in fretta.

Il flash-back è una tecnica narrativa non propriamente del cinema è presente in forme ben più antiche di narrazione. Consta nel narrare gli eventi in un ordine che non è quello cronologico.

Il regista potrà scegliere di rendere esplicito fin dall'inizio l'ingresso in una dimensione passata oppure sorprendere con un passaggio netto da una realtà ad un'altra. Ciò che rimane invariata è la dilatazione del percorso di apprendimento e l'inserimento di un segmento sempre ulteriore della storia che costringe il fruitore a rimettere in gioco ogni volta cause ed effetti. Entra in gioco lo stato di dubbio. L'attesa è tanto sensibile quanto più possibilità di scelta l'autore ci offre.