Come si fa a sapere con tanta precisione come vivevano?

É un fenomeno unico nella storia: la gente chiusa nei ghetti scriveva e archiviava. Chaim Kaplan, un maestro morto nel quartiere ebraico di Varsavia, spiega perché tiene un diario, anche se questo potrebbe essergli fatale: "Sono profondamente conscio dell'importanza dei tempi che viviamo, della mia responsabilità a riguardo, e ho l'intima convinzione di assolvere così a un obbligo nei confronti della storia, cui non posso sottrarmi. [...] Il mio diario sarà una fonte cui attingeranno gli storici futuri". Emmanuel Ringelbaum, un giovane storico, anche lui prigioniero nel ghetto, creò dei gruppi incaricati di raccogliere ogni genere di documento prodotto. Mise gli archivi in bidoni di metallo che poi seppellì. Dopo la guerra, scavando fra le rovine del ghetto di Varsavia, fu recuperata la maggior parte di questi archivi.

(Wieviorka, Annette, Auschwitz expliqué à ma fille, Parigi, Éditions du Seuil, 1999, trad.it. Auschwitz spiegato a mia figlia, Torino, Einaudi, 1999, p.31)