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Per il guerriero giapponese la morte ha un particolare significato psicologico in quanto rappresenta il senso stesso dell'esistenza. «Il modo in cui moriamo», scrive un famoso samurai letterato, «può dare valore a tutta la nostra vita.» La nobiltà in presenza di una sconfitta certa proclama la splendida tragedia della vita, e il banco di prova dell'eroismo puro è il modo in cui un uomo affronta la sua fine. Per sommi capi, è questo il punto di vista espresso nel più autorevole trattato militare giapponese: «La vera natura di un guerriero si rivela nel momento della morte».

(Ivan Morris, La nobiltà della sconfitta, Milano, Guanda, II edizione 1991, p.25)

La nobiltà del mantenersi fedeli a se stessi, proiettando nella lealtà ad un altro esterno a se stessi la propria coerenza

La figura di Ghost Dog è leggendaria e ammantata di mistero, come quella di Masashige e degli altri eroi descritti nel libro di Ivan Morris La nobiltà della sconfitta. «La ragione per cui Masashige emerge su tutti è che la sua vita fu l'esempio più perfetto di eroismo tipicamente giapponese; uno sforzo sincero a favore di una causa impossibile, segnato da un successo iniziale e concluso in una gloriosa sconfitta e in una morte coraggiosa e commovente.»

(Ivan Morris, La nobiltà della sconfitta, Milano, Guanda, II edizione 1991, p.141)