Expanded Cinemah

Bill Kill vol. 1

Maniere del cinema di Quentin Tarantino


 










Si annusa la provocazione fin dalla prima immagine dal volto tumefatto di Uma Thurman incorniciato dal velo da sposa. Si percepisce il tocco di Tarantino, da subito. Pare la sua firma quella sul fazzoletto bianco che asciuga le ferite. I colori contrastanti che prorompono dal bianco e nero. Una provocazione nello stile e nella trama che sarà il binario dell'intero film. Dalla tragedia si passa allo splatter, alla violenza gratuita, dal western al manga. Tutto sostenuto, diretto magistralmente dalla colonna sonora decisamente assurda (please don't let me be in misunderstood nel combattimento finale, soprattutto... e poi Morricone come tramite per Sergio Leone!). Tutto è stato studiato nei minimi particolari che Tarantino risalta, sempre. I cereali Kaboom che contengono una pistola, gli stivali che vengono inquadrati ogni volta sul pavimento della chiesa. I cadaveri disposti con ordine come nei film di Kitano. Si ha l'impressione di essere in balia della storia, di non poterci allontanare da essa. Stupendo il sangue, palesemente finto. La non credibilità della violenza è ciò che entusiasma di più. La presa in giro sottile e ironica dei vari Rambo e del neo-governatore Terminator. Il combattimento finale contro gli 88 folli ce lo dimostra chiaramente.

La provocazione al buonismo che ci circonda, la giusta pretesa di una vendetta e la ovvia mancanza di pietà. Chi per primo esce dalle regole della buona morale americana è, però, chi nella società si è inserito e ne ha accettato le regole. La donna sposata con una figlia che cerca, nascondendosi dietro alla sua condizione, di giocare sporco. L'odio e la rabbia per quella vita che sarebbe potuta essere così bella. La voglia di sangue. I Ray ban sul cruscotto dello sceriffo dimostrano la stupidità di quel tipo di vita. Kill Bill ci riporta alla nostra naturale tensione al sadismo, alla malvagità che è una prerogativa dell'essere umani. Originale è anche lo schema della narrazione diviso a capitoli, quasi a sottolineare la forte razionalità che è dietro a quel tipo di scelta. Stupefacente è poi la capacità di Tarantino nel caratterizzare i personaggi con poche e semplici inquadrature, a dar loro spessore, a sottolineare l'importanza di ogni individuo che insieme all'utilizzo delle più svariate tecniche filmiche dimostrano l'estrema padronanza del linguaggio del regista. Il cartone animato è ben fatto e ricalca, sia nel positivo che nel negativo, la maniera del manga giapponese. Il cast è scelto oculatamente in particolare Uma Thurman, spettacolare nelle sue posture ed espressioni.Nel complesso il film appare perfetto nella sua imprecisione, ogni sbavatura sembra studiata a tavolino o comunque improvvisata da una intelligenza geniale.












Kill Bill dona la stessa sensazione di una bottiglia di whisky tra il patetico e il poetico, tra il faceto e il profondo, tra il sogno e la realtà. Ma soprattutto divertente, immensamente divertente.



Luigi Giroldo

... to be continued on February


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