Festival Internazionale Cinema Giovani

Rumori
Bollettini, circolari, circolazione di voci e sospiri dentro e fuori sala

19/11/97
Ieri è stato il giorno di Torino Boys, unico lungometraggio italiano in concorso, recitato principalmente da attori africani, visibilissimi ieri nei dintorni del Massimo, con il loro abbigliamento sportivo.
Malgrado l'attenzione suscitata, i rumori uditi all'uscita, soprattutto della proiezione serale, erano piuttosto stridenti e poco concilianti con l'operazione. Alcuni notavano un utilizzo strumentale dell'"oggetto-immigrato"; pare che in sala sia stato sollevato il problema dell'inverosimile lingua italiana in cui i protagonisti sono stati costretti a recitare e che gli autori abbiano svelato che la produzione (RAI) li ha costretti a questa scelta. Qualcuno, malignamente, faceva poi notare come fare un film in condizioni contrattuali svantaggiose non sia un obbligo per nessuno... Mah, aspettiamo e vedremo, probabilmente non in sala, ma nel confortevole tinello tele-dotato di Cinemah.

Siete sopravvissuti alle feste organizzate dalle rinomate riviste Ciak e Film TV?
Le avete visuute, almeno?
Lunedì, all'aperitivo offerto da Film TV siamo arrivati clamorosamente tardi, nel senso che dopo un quarto d'ora dall'inizio ufficiale, gli unici materiali commestibili rintracciabili erano quelli che alcuni ospiti si stavano simpaticamente lanciando, con gran felicità nostra, che nei pressi dello spazio per gli incontri dovremmo metterci a lavorare intorno all'ora di cena e dopo, e, immaginiamo, degli addetti alle pulizie.
Il mattino dopo, comunque, la sala era immacolata e pronta per la presentazione del libro di Farassino su JLG, presentazione che abbiamo brillantemente saltato per motivi tecnici (capricci dell'auto), ma evidentemente nessuno al festival deve aver ritenuto interessante questa pubblicazione, visto che non si vede nemmeno l'ombra di una copia esposta o di un manifestino pubblicitario.
Alla sera, forse per evitare i lanci del giorno prima, chi ha organizzato la presentazione con aperitivo di Ciak ha pensato di ridurre al massimo il cibo, concentrandosi sulle bevande (ottimo spumante bianco). Risultato: un buon numero di avvinazzati in sala, compreso il sottoscritto, caduto al terzo bicchiere. In questa débacle, ci salva solo un sondaggio del tutto tendenzioso, che ha dimostrato come il pubblico del festival gradisca decisamente di più Cinemah rispetto a Ciak!

Un altro capitolo importante è stato scritto nel diario del nostro amore per l'Ufficio Stampa: volendo dare maggiore visibilità al sito (che sta crescendo bene, diciamolo senza pudore...), abbiamo pensato di produrre un rudimentale volantino piuttosto piccolo e di offrirlo (già fotocopiato, tagliato etc.) in qualche centinaio di copie per l'inserimento nelle caselle della stampa. Dopo il canonico ping-pong tra un paio di uffici, l'ufficio stampa ci si apre come la strada giusta, ma qui dobbiamo ahimé attendere l'OK del Capo, persona che non conosciamo, ma che evidentemente ha una certa tendenza al centralismo dirigistico, visto che pare che un sacco di attività debbano passare attraverso il suo benestare.
Un altro dubbio ci sorge, a proposito dell'ufficio stampa: ma non dovrebbe servire da punto di riferimento per la stampa, appunto? E allora perché capita spesso che chi di noi si affacci a quella porta per ottenere informazioni o materiali debba attendere anche decine di minuti?

Marcello Testi


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