Festival Internazionale Cinema Giovani

Recensioni
Annotazioni sospese nel tempo "reale" del Festival

Robert Kramer
Milestones
di Robert Kramer
USA 1975
(C'e' anche un'altra recensione!)

Questa sera, ultima serata del festival Cinema Giovani di Torino 1997, ho scelto ancora una volta Kramer, convinta che non avrò forse più l'occasione di vederlo proiettato in giro e un po' dispiaciuta di non averlo potuto seguire con continuità, per via delle tante proposte che il Festival ha in effetti offerto quest'anno (inserto critico dovuto: ogni anno che passa sembrano diminuire i tempi morti, la politica sembra essere sempre di più quella della quantità... e non so quanto questo faccia di un Grande Festival un Buon Grande Festival, tutto sommato).

Sala due affollatissima, fa caldo e siamo tutti stanchi, sulle scale in attesa di entrare ho perso qualche minuto a contare i film che ho visto: 21 in 9 giorni. Il film durerà molto e ne ho appena guardato uno (Rough Riders di John Milius) di 180 minuti, ma oramai reggo bene e non guardo più l'orologio, sono pronta per i 206 minuti del ventiduesimo film, mi siedo e inizio a ricevere immagini. Kramer le sue immagini le regala e queste nella prima mezz'ora non sono un film, non assomigliano lontanamente ad una storia. Ora che lo so non mi faccio più domande come la prima volta che ne vidi uno suo, di lui allora sapevo solo che era un documentarista, commento peraltro rubato ad un cinefilo ciuffoblù del pala-coso qui fuori. Adesso diversi film dopo, so che bisogna guardare bene e lasciarsi cullare soprattutto dalle atmosfere che le immagini propongono senza assolutamente cercare di capire. Sullo schermo intanto una donna anziana parla di quando si alzava alle cinque del mattino per lavorare e di quando dopo il lavoro andava a scuola, la sua voce scorre su fotografie, forse di lei giovane forse ricavate da qualche rivista dell'epoca, tutte in bianco e nero. Mi distraggo e mi viene in mente mio nonno, quando dice che tutti i suoi figli ì...se volevano studià ch'andassero prima a fà le faccende, a badà a' maiali, poi, a scuola...î. La donna dice di come avrebbe rifiutato di continuare gli studi in quelle condizioni, quando aveva quindici anni. E io mi distraggo ancora e penso che quindici anni erano tanti negli anni trenta, a modo suo la vecchietta sarebbe stata fortunata a poter andare a scuola fino a quell'età, poi penso che un ragazzo di quindici anni oggi come allora è un ragazzo poi...

Con Kramer ci si distrae, l'ho scoperto, si pensa. Le sue domande senza risposta, mascherate di documentarismo, sono in realtà sempre più velate condanne, di ingiustizie e di silenzi di errori politici. I suoi film sono sempre più insiemi di storie singole, simbolo di storie più generali, più corali, ma a parlare sono Karen, Helen, Sal, mai il popolo di, la classe dei... Kramer invita a distrarsi verso cose più grandi di quello che si vede e in questo è un po' un poeta.

Dopo la vecchietta compare una seconda donna, poi una terza, tanto che sembra un film sulle donne, e molto femminile, come certi libri che qualunque firma gli si appioppi si sa sono scritti da donne. Poi un ladro appena uscito dalla galera, poi un gruppo di amici che si riunisce in una comune e si fa famiglia, poi una famiglia che non sa cosa farne del figlio, un figlio che prega la mamma di non lanciare la matita al padre in un autogrill, poi una donna, ancora una donna, che prova l'agopuntura, che racconta di aver subito un aborto e che aveva appena dichiarato che un rapporto così lei con sua madre pensava che non avrebbe mai potuto averlo, poi uomini e donne che camminano nudi per il bosco, una madre che lo ha deciso da sola di avere il proprio figlio e che avrà prima le doglie, poi il vomito, poi la dilatazione vaginale poi il figlio sul seno ancora attaccato al cordone ombelicale... tutto questo.

Sono uscita pensando al male che si soffre e che non si dovrebbe soffrire ad amare, mi è venuto detto che sono stanca di sentire la storia del peccato originale e mi è stato risposto con pazienza e senza sorridere, che per gli animali partorire è altrettanto faticoso. Abbiamo parlato con Angela della comune e dello spazio e dei soldi che ci vogliono in America per pagarsi un medico e della casa vuota che vorremmo. Ci siamo distratti.

Sonia Del Secco


| Concorso Lungo | Concorso Corto | Spazio Italia&Torino |
| Arturo Ripstein | ¡Qué viva México! |
| Robert Kramer | Indipendenti USA |
| Altri eventi |

 


 

Home Page
(link per browsers che non supportano frames)