Il borgo-città è attraversato e vissuto con sicurezza e, si direbbe, l'orgoglio di condividere uno spirito del luogo. Forse per questo, Ghost Dog non pensa nemmeno per un minuto di scappare e si premura di trovare sul territorio un assistente-interprete e un'erede. Oltre alla visione dall'alto, il protagonista è dotato anche di sensibilità topografica che gli permette di scorrere sicuro nella notte sui "suoi" mezzi e di perpetrare l'ultima parte della sua autodifesa cogliendo l'ultimo dei mafiosi dalle sue cantine nel più improbabile e preciso degli "shot" (tanto che alla fine il sangue nel lavandino ricorda il grottesco Big shave di Scorsese).