Non si tratta di serviilsmo, ma di rendere reale un ideale, reso più autentico dall'incarnazione in un uomo

Cita i Public Enemy come miglior gruppo, anticipando uno dei più improbabili omicidi della storia del cinema (attraverso i tubi dell’acqua, come suggerito dai cartoons, sempre prolettici); ciò che più si avverte nell'uso della musica è l'esagerazione dei toni più irridenti e la scansione del ritmo, soprattutto nelle scene di combattimento e di allenamento. Conferisce leggerezza zen alle riprese prima ancora che alle movenze. Ma i momenti di maggior evidente collocazione all'interno di una tradizione di combattimento a viso aperto, che accomuna I sette samurai con Yojimbo sono dati dal duello finale, tipicamente western, e dalla strage nella villa-tana del nemico (ranch del despota nell'epopea della frontiera americana), dove l'eroe brandisce la rivoltella come una spada, ricalcando le positure accennate sul terrazzo nelle esercitazioni, altro stereotipo di addestramento presente in moltissimi western.
L'iterazione della sequenza in b/n descrive il momento in cui si compie l'azione che decide dei ruoli di servitore, che non manca di rispetto – affidabile – e padrone, conscio dei dolorosi doveri conferiti dalla relazione morbosa servo/padrone di un'epoca a cui appartengono le loro antiche tribù in via di estinzione. Quello è il momento che consente il dipanarsi della storia, ma "la fine è importante in tutte le cose".


Consapevolezza dell'ineluttabilità degli eventi, compresi quelli omicidi e il sacrificio finale