"Non si può concepire il tempo senza il movimento e senza il cambiamento: l'esperienza del tempo è in realtà esperienza di cose (cambiamenti, eventi), nel tempo. Logicamente, il tempo precede il cambiamento, nel senso che il tempo è necessariamente per sistemare il cambiamento in una descrizione concettualizzata dei contenuti dell'esperienza; epistemicamente, invece, il cambiamento precede il tempo, perché è attraverso la presa di coscienza del cambiamento, l'esperienza della variazione in entità che rimangono pur sempre se stesse, che possiamo percepire la nozione di successione e, quindi, la dimensione temporale della cosa o dell'evento. Sopprimendo il cambiamento e la successione, si sopprime il tempo"
(Bettetini, Tempo del senso, Bompiani, Milano 1979, pag.47).