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55ª Mostra Internazionale del Cinema
di Venezia
Alle recensioni

L'addio del guerriero
domenica 6 settembre, Venezia

"E' scomparso Akira Kurosawa, uno dei grandi maestri della storia del cinema. Insieme a Ozu e Mizoguchi, è stato anche uno dei tre grandi maestri del cinema giapponese. Però, molto più degli altri due, Kurosawa si è fatto conoscere ed apprezzare in Occidente, a partire dal memorabile Leone d'oro a Venezia conquistato nel 1951 con "Rashomon", e poi col Leone d'argento nel 1955 per "I sette samurai" (ambedue col formidabile Toshiro Mifune protagonista, anche lui da poco scomparso). Cosicché, oggi che Kurosawa ci ha lasciato, ci sembra di aver perso non il testimone di una cultura lontana, ma uno dei cineasti a noi più familiari. E' riuscito a far amare il suo cinema in Italia come in America, in Europa come, in modo spesso contrastato, in Giappone. Ribattezzato in patria l'Imperatore, talvolta boicottato dai suoi produttori, ha avuto comunque una lunga storia di affinità e successi con la cultura extra-nipponica, tanto da diventare un cineasta di culto universale, ammirato per l'intelligenza, la spettacolarità, la straordinaria forza umana ed emotiva dei suoi film, raccontando e 'traducendo' sempre e comunque profondamente come nessuno, la storia e la gente del suo amato-odiato Giappone".

Questo il testo del comunicato diffuso ieri mattina nella sala stampa dell'Hotel Excelsior. Stasera, per ricordare Kurosawa, proiezione in Sala Volpi di "Rashomon", alle 23:00. Altra scelta miope, a mio modo di vedere: perché la sala più piccola? Vogliamo scommettere sin da ora che molta gente protesterà perché non sarà riuscita ad entrare?
Ma la commozione lascia subito il posto all'allegria più sfrenata appena entra in sala stampa Jim Carrey: the show must go on, mai come ora in modo più evidente... al termine della conferenza stampa, ci si accapiglia per scattare qualche foto e poi via, che c'è appena il tempo di mangiare che alle 15:00 c'è un altro film. In Sala Grande proiettano "The Opposite of Sex" di Don Roos, con Christina Ricci e Lisa Kudrow (La Phoebe di "Friends"). In sala ci sono gli attori, e il film, davvero molto divertente, ci racconta le disavventure di una sedicenne americana piuttosto vivace e libertina, che vive un curioso rapporto di amore-odio-sfruttamento col fratellastro gay. Finito il film, ci si sposta al Palalido per vedere un bel film iraniano in concorso, "Le silence" di Mohsen Makhmalbaf, storia di un bimbo cieco dotato di orecchio assoluto che vive inseguendo i suoni: un film delicato, coloratissimo ed estremamente raffinato. Bello, davvero. Peccato che l'unica che sembra collezionare una brutta figura dietro l'altra, sia davanti che dietro lo schermo, sia l'Italia: tra la Marini che si porta dietro dieci valigie per due giorni di soggiorno, il party per "Viola" che lascia molto a desiderare e i film finora visti che sono come minimo piuttosto modesti, c'è poco da stare allegri. Il film di Lucchetti "I piccoli maestri", proiettato tra l'altro in modo indecente con la pellicola completamente fuori fuoco, lascia molto a desiderare. Speriamo in Amelio, e aspettiamo...

Federica Arnolfo


 

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