"Ci deve essere un grande scambio d'energia tra regista e attori e tra gli attori stessi, uno scambio nel quale il consumo di processi entropici deve essere concomitante e deve avvenire in un movimento ininterrotto. L'attore non è un oratore immobile ma fa parte di un quadro e si rapporta con la creazione del film in modo attivo — i suoi segnali passano attraverso il suo partner e poi arrivano fino al pubblico. Non esiste neanche un punto che sia separato dall'intero, perché fa parte della complessità dell'azione. Il processo è lungo, dura dai 12 ai 15 mesi, è una grande maratona durante la quale il ruolo del nostro lavoro è principale rispetto alla vita."

Miki Majnolovic, attore protagonista di "Papà è in viaggio d'affari" e di "Underground": "Lavorare con Emir è un incubo, ma porta a dei risultati di estrema soddisfazione e perfezione formale e coinvolge a tempo pieno soprattutto la mente — mentre lavoravo in ‘Underground', facevo parte anche del cast di un altro film, ma di quel film oggi non ricordo assolutamente nulla. Un attore che volesse oggi lavorare con Emir non potrebbe se non fosse in grado di vedere le cose così come le vede lui, se non fosse in grado di dare tutto sé stesso nella realizzazione del film."


(Papà è in viaggio d'affari)

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