Cruising. William Friedkin. 1980. U.S.A.
Attori: Al Pacino, Paul
Sorvino, Karen Allen, Richard Cox, Don Scardino
Durata: 106'
New York. Un feroce assassino
uccide e taglia a pezzi le sue vittime. L’ambiente nel quale egli preferisce
muoversi e selezionare i corpi è quello dei gay, ma con più esattezza quello
legato alle pratiche sadomaso. La polizia, ancora lontana dalla soluzione,
decide di piazzare un infiltrato nell’ambiente per ottenere maggiori dettagli e
magari anche risolvere il caso. E’ scelto il poliziotto Burns perché ha le
caratteristiche fisiche di tutte le vittime. Costretto a separarsi dalla sua
donna, per mantenere il segreto dell’indagine, Burns scivola silenziosamente
attraverso le trame di questo nuovo mondo del West Greenwich Village di New
York, spinto dalla possibilità di una promozione. Intuito il colpevole,
incastrato una notte nel parco, fa ritorno a casa della sua ragazza dopo aver
risolto il caso.
Friedkin torna a parlare
d’omosessualità 10 anni dopo Festa per il compleanno del caro amico Harold
(1970) ed i toni sono effettivamente diversi e più coraggiosi. Una N.Y. così
non si era mai vista, una metropoli inquadrata solo dal basso, che sembra un
costante crocevia di soli omosessuali e ragazzoni pompati dediti alla pratica
del sadomaso e con un particolare gusto per borchie, jeans e pelle: una città
fotografata con un particolare filtro di forte cinismo, tanto crudo da sembrare
a momenti quasi razzista (quel terrificante Noi siamo ovunque che si
accende di rosso tra i graffiti sembra quasi un avvertimento). Al Pacino è il
maschio scelto per risolvere il caso, la sua fisionomia ed i suoi colori sono
gli stessi delle vittime ma il suo ruolo è quello istituzionale di un
poliziotto in una storia vera che nella realtà non ha conosciuto colpevoli
(come ricorda il prologo). La sua ambiguità, che si versa nello specchio
attraverso il suo sguardo quando sente che la moglie indossa i vestiti che ha
usato per il travestimento, è già esplicitamente descritta in quella violenza
che una pattuglia di polizia fa ad una coppia di trans, obbligandoli ad una
fellatio. Pubs squallidi e luci soffuse, il noir di N.Y. ha lo stesso
colore dell’acqua dove è pescato il braccio di una vittima. Friedkin gira con
stile e distanza, ma quello che questa volta racconta (sua anche la
sceneggiatura tratta dall’omonimo libro di Gerard Walker) è ambiguo quanto
l’aria che Burns respira. Unico errore dopo quasi 19 minuti, quando Al Pacino
fa ingresso nel locale di ritrovo per gay e sono inquadrate attraverso la sua
soggettiva, i volti di quelli che escono: su di loro è proiettata l’ombra della
cinepresa. Forse il lavoro più completo del regista sul tema dell’ambiguità,
tra violenza e giustizia, tra machismo ed omosessualità.
Bucci Mario
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