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Barry Gifford. Un cuore selvaggio a New Orleans
Anno: 1999
Regista: Francesco Conversano; Nene Grignaffini;
Autore Recensione: Andrea Caramanna
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 26-07-1999


Barry Gifford un cuore selvaggio a New Orleans
Visto al
Taormina Film Fest 99

Barry Gifford un cuore selvaggio a New Orleans - Barry Gifford wild at heart in New Orleans

Regia: Francesco Conversano, Nene Grignaffini

Sceneggiatura: Francesco Conversano, Nene Grignaffini

Fotografia: Paolo Santolini, John Byrne

Montaggio: Stefano Barnaba

Interpreti: Barry Gifford

Produzione: Rai Radiotelevisione italiana - Rete Tre

Origine: Italia, 1999

Durata: 77'

Nella loro ricca filmografia Francesco Conversano e Nene Grignaffini dimostrano con la pratica di alcuni decenni (il primo lavoro risale al '78 ed era dedicato al cinema d'autore italiano degli anni '60), che il documentario corrisponde a una scelta stilistica e di linguaggio. Ricordo quel Caro Nanni, making of di Caro Diario di Nanni Moretti. Anche lì c'era un solo personaggio-autore, verso il quale i due registi mostravano la più grande disponibilità. Oltre al ritratto del protagonista risaltava lo sfondo forte di una città, Roma, di un paese, l'Italia.

Anche in Barry Gifford accade la stessa cosa, cosicché alla fine si può giustamente parlare di un doppio ritratto, quello del Barry Gifford, uomo e scrittore, e quello di una città, New Orleans, e, di un intero paese, l'America.

The big Easy, New Orleans, è attraversata rigorosamente in automobile, on the road. Si susseguono, uno dopo l'altro, i luoghi mitici delle storia umana, un viaggio giocoforza nel tempo, perché il passaggio in quei luoghi registra il cambiamento avvenuto negli anni, misura l'atmosfera di ora con quella di un tempo, anche attraverso un solo sguardo dal finestrino della macchina.

New Orleans è il coacervo di razze, musica, prostitute, birra, crimini orrendi, fanatismo religioso.

È sempre il luogo immaginario del Sud, nel caldo umido e soffocante che tutto rallenta, dove ogni cambiamento è lungo e difficile. New Orleans è il pigro scorrere del grande fiume Mississippi, quel tratto terribile tra Baton Rouge e New Orleans soprannominato il "corridoio del cancro", perché le acque sono sporche di liquami industriali.

Questi luoghi sono diventati anche pagine di molti romanzi: dalle prostitute che si portano i materassi per lavorare, ai fast food dove i grassoni d'America consumano chili di hamburger, ai locali notturni più famosi, gloriose sessions del jazz degli inizi, King Oliver e Louis Armstrong, la casa di Fats Domino.

Il viaggio continua. Gifford ci accompagna in un campo di baseball, lo sport che preferisce al football, e in una palestra di boxe, dove ci rivela che anche lui è stato un buon boxer e continua ad allenarsi; i locali italoamericani con le canzoni di Domenico Modugno e la sicilian room, i predicatori religiosi e il fanatismo delle sette, l'ippodromo, con le corse di cavalli al galoppo e l'eccitazione del gioco d'azzardo.

Gifford percorre con emozione i luoghi interiori e fisici della sua scrittura e della letteratura americana: Twain, Hemingway. Non ci sono segreti, solo memorie di una vita vissuta intensamente, ricordandoci che il tema del viaggio in letteratura non l'ha inventato nessuno, è nato con l'uomo, da Omero a Cervantes fino a Kerouac.

Il cinema per Gifford è un lavoro più visionario, forse perché la realtà è difficile da superare - "non sono in grado di competere con la realtà" -, riesce a sorprenderci ogni giorno, basta leggere la cronaca di qualsiasi giornale.

 

 

Conferenza stampa con Francesco Conversano Nene Grignaffini e Barry Gifford

 

 

Sono moltissimi anni che fate televisione , ai confini col cinema perché l'idea di attraversare alcune città partendo da alcuni scrittori

Francesco Conversano: "Facciamo televisione cercando di privilegiare il cinema, è nata un anno fa, raccontare delle città e contemporaneamente degli scrittori, passando dal nord al sud della terra,: Abbiamo scelto degli scrittore. Dovrebbe essere una serie televisiva per RAITRE, questa è la versione più lunga, quella televisiva sarà doppiata e più breve e andrà in onda a fine settembre."

Nene Grignaffini: "La partenza è stata improvvisata, senza alcun sopralluogo, con Barry è stato tutto molto naturale. Abbiamo girato solo sette giorni. Partendo da New Orleans. Giorno dopo giorno abbiamo scoperto Barry, come personaggio straordinario. È stato un lavoro continuo. Mi piacerebbe sapere da Barry se si è ritrovarto vedendo il film."

Barry Gifford: "Ringrazio sia Francesco che Nene per l'occasione che mi hanno regalato, soprattutto sono stato completamente coinvolto da questo lavoro. Entrambi sapevano che stavano seguendo il mio modo di essere, in maniera perfettamente naturale."

 

Colonna sonora.

Francesco Conversano: "Abbiamo incontrato delle macchine magiche, i juke box, che contengono la memoria storica musicale del paese."

 

Sul razzismo

Barry Gifford: "Anche il razzismo dipende dai luoghi. Il colore della pelle è importantissimo a New Orleans, è legato al linguaggio al modo di parlare e agli accenti diversi. La cultura dei neri è fortissima, avvolge ogni aspetto della vita quotidiana, anche perché lì la popolazione nera è superiore numericamente a quella bianca."

 

Il rapporto con Lynch e la dicotomia tra ordinario e straordinario

Barry Gifford: "È un fatto di espressione, poiché la capacità di David è quella di lavorare sull'immagine, di operare la trasposizione su un livello visuale che è molto diverso da quello ordinario."

 

La sceneggiatura di "On the road" di Francis Ford Coppola, che tipo di lavoro è stato fatto?

Barry Gifford: "L'operazione più importante è quella di aggiornare il contenuto, e molto è cambiato dal periodo in cui è ambientato il romanzo. Il trattamento che ho fatto io gli è piaciuto, anche se molte cose sono cambiate rispetto all'originale."