Dr. T e le donne
Regia: Robert Altman
Sceneggiatura: Anne Rapp
Fotografia: Jan Kiesser
Produzione: Robert Altman, James McLindon
Interpreti:
Richard Gere, Helen Hunt, Farrah Fawcett, Laura Dern, Shelley Long, Tara Reid,
Kate Hudson, Liv Tyler, Robert Hays
Origine: U.S.A., 2000
$align="left"; include "image1.php3"; ?>Vorrei
partire dalla citazione di un dialogo, si tratta di una affermazione che ha il
carattere di un assunto incontrovertibile. Ancora più importante, giacché a
pronunciarla è lo stesso Dr. T. (queste parole aprono anche il sito ufficiale
del film). Traduco liberamente dallforiginale inglese: gle donne sono incapaci
dfessere sfortunate per colpa loro. Sono gli uomini che li mettono sulla strada
dellfinfelicità. Le donne per natura sono sante, sono sacre e come tali devono
esser trattateh. Da qui incomincia lfodissea semiseria, grottesca e ridicola,
drammatica e sorprendente, di un uomo, che per vari motivi, di famiglia (una
moglie due figlie ecc.) e di lavoro (è ginecologo), è circondato da uno stuolo
di donne. Ci sarebbero, per un occhio distratto, tutti gli elementi della
commedia sofisticata hollywoodiana. Occorre tuttavia smentire la superficialità
apparente, eppure imprescindibile nella caratterizzazione dei personaggi e
della messa in scena (lfambientazione: la ricchissima borghesia di Dallas). Di
una particolare attenzione già ci avvertono recensori più illuminati: Luca
Bandirali su reVision: gÈ
scivoloso ed infido il terreno su cui insistono i film di Robert Altman. Ci
appare di volta in volta come un luogo conosciuto, familiare: invece è un
altrove all'interno del quale le cose note cambiano di posto, senza avvisare.
E' quanto avviene nell'ultima opera del maestro americano, Il Dottor T e Le
Donne: pare di essere ad Hollywood, nei giardini splendidi della commedia
sentimentale con divic Di seguito è sufficiente notare come la fotografia di
Jan Kiesser favorisca una distribuzione uniforme e brillante della luce, per
franare nell'equivoco dell'esercizio di stile, o del ripiegamento eleganteh. E
Roberto Escobar ne Il sole 24 ore avverte sullfironia dello sguardo del
protagonista Richard Gere: gCon ironia – la stessa che profonde nel film, e che
sfugge solo a occhi distratti -, del suo protagonista gli capita di dire che
conosce le donne, ma da una prospettiva per così dire angolatah. Il racconto,
dunque, parte da una certezza, da quella sicura definizione di donne tutte
sante e sacre, che corrisponderà misteriosamente a una piena assimilazione e
coincidenza del genere femminile al caos. Dallfaltra parte, come suggerisce
ancora Escobar, la figura maschile ha un gruolo dfordine, dfintelligibilità, di
riduzione del caosh. Innanzi tutto vorrei ricordare che il riferimento alla
commedia sofisticata va misurato, o meglio è dfuopo sganciarlo da un equivoco
di fondo, quello che nel giudizio di superficialità nei confronti di Dottor T
lo considera come una commedia malriuscita, opaca rispetto a un presunto, ma
ancora più vaneggiante, standard classico. Basterebbe riprendere un estratto
dal saggio gPranzo alle ottoh di Edoardo Bruno per ricondurre il film di Altman
a una precisa operazione linguistica: gIl western, il poliziesco, il
melodramma, come il musical o la commedia sofisticata, sono i punti di partenza
per una rottura trasgressiva, per una falsa indicazione di superficie, elementi
di apriorità dai quali partire per una più elaborata ricostruzione
interpretativa. Più che come figura (Gestalt), il genere è usato come gioco
(Spiel) e gioco significa anche recitazione, spettacolo, e per estensione,
messa in scena. E come ogni gioco anche il genere ha le sue regole, che
trasgredisce per distrarre lo sguardo dello spettatore e inserirvi a sorpresa
un qualcosa che cambia la prospettiva, una sorta di immagine anamorfica che
taglia obliquamente la superficie introducendo un diverso punto di vista.h E mi
sembra il caso di continuare la citazione da Bruno: gViene in mente
lfosservazione di Lacan sul famoso quadro di Hans Holbein Gli ambasciatori
dove lfimmagine anamorfica, come una lastra obliqua, quasi sospesa tra due
persone, introduce un elemento inaspettato che determina, con la profondità di
campo, il senso segreto ed enigmatico della composizione. Il genere come gioco,
o meglio come figura-gioco, introduce un punto di vista illusorio e costruisce
una gabbia sottile di inganni che, come lfanamorfosi, sposta il senso verso un
più libero movimento della forma. Così il comico può nascondere la tragedia, il
musical la ferocia, il western lfepica dellfamicizia, la commedia sofisticata
la crudele osservazione del costume, che come notava Blaise Cendrars, cela méchanceté
et férocitéh. Insomma Il dottor T e le donne continua nel solco di
una lunga tradizione di film che nella loro apparente convenzionalità di genere
nascondono profonde trasgressioni o più semplicemente analisi tuttfaltro che
consolatorie. Dottor T e le donne presenta, come ha suggerito Bandirali,
insidie di ogni genere, ma, appaiono abbastanza chiaramente gli scarti, gli
elementi, il gqualcosa che cambia la prospettivah, le sorprese che sono i veri
colpi di genio dellfopera. Si tratta allora di scoprirne nel film la presenza,
o, quanto meno, di rilevarne la rilevanza. In tale prospettiva, certamente, può
incidere il giudizio soggettivo, ma gli gscartih che ho individuato hanno
unfobiettiva rilevanza nel racconto del film, e, soprattutto, in quel processo
che conduce il protagonista Sullivan Travis, dalla certezza iniziale al
naufragio indicato da Escobar, che è un naufragio gravido di simboli,
rappresentato attraverso la rituale abluzione fino allfuragano finale e il
parto (Bandirali: gGli elementi isolati possono ricomporsi o meno, questa è la
strategia: la costellazione simbolica rimane sotto un velo d'acqua, come
suggerisce l'incessante ritorno di immagini liquide (la pioggia, la fontana), e
ciascuno può donare al film il senso che credeh.).
Il primo elemento
di sorpresa è la follia della moglie di T: una sindrome psicotica che si
appalesa allo spettatore in modo gterribilmenteh significativo. La moglie Kate
esce improvvisamente dal negozio Tiffany, vaga con lo sguardo nel vuoto tra i
luccicanti percorsi di un centro commerciale, le vetrine con la merce sono
sparite dalla sua visuale, si spoglia e fa il bagno nuda nella fontana. Almeno
duplice il senso di questa grivoltah: contro il troppo, il troppo
affetto come suggerisce una famigerata sindrome di Hystia e il troppo del
fatato mondo borghese, dove lfabbigliamento, (ancora la moda come in Prêt-à-porter)
è un sovrappiù, il superfluo che affonda lfanima nel vuoto. Non a caso il film
è anche lfagitazione parossistica di abiti femminili di ogni tipo, collier e
volpi che si trasformano in oggetti contundenti. Spogliarsi è dunque la prima
operazione metaforica, ma non troppo, di purificazione. Il complesso di Hystia,
è oltretutto un effetto travolgente per la razionalità del dottore, che
meticolosamente ne illustra agli amici le caratteristiche, si fida delle cure
ospedaliere, ma in definitiva la malattia è davvero la conferma che è
lfirrazionalità a vincere, il caos investe tutto e tutti. Sarà pure una
malattia identificata dalla medicina, ma lfunica spiegazione della malattia è
che non cfè spiegazione. Il dottor Sullivan si trova, come del resto lo
spettatore, di fronte a questa prima sorpresa: una moglie malata per il troppo
affetto del marito!
Secondo elemento di sorpresa (non procedo per ordine cronologico del racconto):
la figlia Dee Dee è lesbica. Ma non è solo questo il punto. È decisa a sposarsi
con un uomo e, come se non bastasse, la damigella dfonore è proprio la sua (ex)
amante. Questa volta lfespressione del dottore vacilla. Se era pensierosa e
composta per la moglie, adesso la rottura dellfordine è completa e la reazione
a questa notizia è ricomposta non dal dottore, ma dalla sua amante, la maestra
di golf Bree (Helen Hunt). A questo punto è chiaro che la prospettiva è del
tutto cambiata. Lo spettatore è stato condotto a una nuova consapevolezza.
Eppure tale visione sembra sfiorare il dottor Sully, il quale reagirà
drammaticamente da uomo (suggerisce ancora Escobar): gchiedendo allfamante Bree
di sposarlo. Dopo, le dice non avrai più problemi, penserò a tutto ioh. Che è
poi lfultimo tentativo di credere ad un principio regolatore, di ordine che
appartiene solo a lui.
Il testo del film è certo molto più complesso poiché se questi sono alcuni
scarti chiave, o forse una semplice sintesi di quel processo che abbiamo
delineato, ci sono molti altri indizi e segnali che non si possono tralasciare.
Alcuni interessano il mondo maschile. Ebbene, non vorrei sembrare banale, ma il
fatto che si rappresenti un gruppo di soli uomini a caccia, non può essere casuale.
Sono uomini travestiti per colpire le vittime, preoccupati dallfefficienza
delle armi offensive. Sully spara contro un volatile, ma ha dimenticato
clamorosamente di caricare lfarma con i proiettili. Uno degli amici fa fuoco
contro il richiamo di cartapesta che serve ad attirare le prede. Non finisce
qui, perché uno degli amici dichiara di non capirci niente di donne, e sarà
proprio lui a gprevalereh su Sully, gconquistandoh – ma in realtà non possiamo
parlare di conquista - Bree.
Non si può infine prescindere da un altro effetto sorpresa che è stato
perfettamente rilevato da Bandirali: gL'avventura extra-coniugale di Sully
Travis con la maestra di golf (Helen Hunt) si svolge secondo uno scambio di
ruoli esemplare, come si evince dalla sequenza "perfetta" della cena
a casa di lei: lo scenario della seduzione viene freddamente analizzato e
"svuotato" ad accogliere l'opposto, in un gioco che rimane saldamente
nelle mani del soggetto femminile mentre il soggetto maschile "assiste"
alla propria esautorazioneh. È bene considerare tutte le fasi che portano a una
straordinaria rappresentazione di una variante forte dello stereotipo classico
dei rapporti uomo donna nelle commedie hollywoodiane. Innanzi tutto Sully
propone un ristorante, ma Bree rilancia dicendo che conosce un posto migliore.
Si tratta della sua abitazione di 700 dollari al mese. Non appena entrati Bree
mette subito della musica, un country blues molto suadente. Poi si spoglia e va
verso la doccia e Sully può tranquillamente scorgerla nuda per il soppalco a
vista. Dopo la cena Bree sembra spazientita, Sully forse vorrebbe sfuggire, ma
capisce che non può tirarsi indietro. Bree lo vuole e subito. Raggiungono il
letto, si chiude la sequenza. Lfunico atteggiamento possibile per lfuomo è
quello di enigmatica attesa. Attenderà Sully di fronte alle sue donne,
attenderanno quei limitati, ininfluenti, altri personaggi maschili: lfamico di
Sully che ha già rinunciato a capire le donne, lo sposo di Dee Dee di fronte
allfaltare, lfaltro amico di Sully, marito di Dorothy una sua cliente ostile e
vendicativa (questfultima dirà al matrimonio: gsiamo venuti solo per rispetto a
Kateh), che professerà la sua neutralità, senza osare contrapporsi alla moglie.