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The addiction
Anno: 1994
Regista: Abel Ferrara;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 19-02-1998


La storia, persino banale nel suo plot, e' quella diuna giovane studentessa di filosofia, Kathlyn, che entra nel giro delvampirismo esattamente come se entrasse nel giro della droga (e, nona caso, la prima volta che assume il sangue di un altro lo fainiettandoselo con una siringa). E, come se fosse drogata, ha crisidi depressione e di astinenza, ed e' totalmente dipendente. Nonperde, tuttavia, la sua lucidita', che anzi si acuisce. La filosofiache e' alla base dei suoi studi la aiuta a capire che quanto le e'accaduto non e' altro che l'esasperazione di cio' che veramente e' larazza umana: una razza dannata, condannata a fare e a ricevere male("non siamo malvagi perche' commettiamo il male, commettiamo il maleperche' siamo malvagi"; "non 'cogito ergo sum', ma 'pecco ergo sum'")e, nonostante cio', a sopravvivere. Il regista, geniale, gira il filmin bianco e nero, e paradossalmente il colore del sangue, nerissimo,balza ancora di piu' all'occhio, complementandosi o meglioannullandosi nel bianco dei corpi esangui dei morti delle peggioriguerre che l'animale uomo si porta sulla coscienza. Lucida e cinica,di fronte all'amica che le chiede se e' malata, Kathlyn le rispondeche anche lei, la sua amica, e' malata, che tutti lo sono, solo chenon se ne accorgono.
Bellissimo, bellissimo, grande Ferrara, grandissima la Tyler (chepero' non mi somiglia per niente, Graz...), eccezionale come suosolito Christopher Walken. Zeppo di citazioni dai piu' grandi dellafilosofia occidentale, da Nietzsche a Kirkegaard, da Feuerbach aSartre, un film che piglia alle viscere e alla testa nello stessotempo. E se piglia come ha preso a me, e' impossibile non amarlooltre ogni misura.