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AntZ
Anno: 1998
Regista: Tim Johnson; Eric Darnell;
Autore Recensione: Marcello Testi
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 09-02-1999


Il primo film digitale della stagione ad arrivare nelle nostre sale e' quello della Dreamworks di Spielberg, con lo sviluppo delle animazioni affidato alla PDI (Pacific Data Image), una societa' che ha firmato con la casa di produzione di Spielberg, Katzenberg e Geffen un accordo pluriennale per la produzione di film con animazione digitale. In arrivo, dovrebbe esserci il concorrente ormai abituale della Dreamworks (nonche' punto di riferimento per quest'ultima), ovvero la Disney, legata invece a un accordo con la Pixar di Steve Jobs, che gia' aveva realizzato il "prototipo" Toy Story.
Essendo gia' usciti entrambi negli USA, le informazioni e le critiche a disposizione sono molte, comprese considerazioni politiche sui contenuti dell'uno e dell'altro.
Preferiamo comunque limitarci alle visioni effettive e parleremo quindi di "AntZ", mentre lasceremo da parte per il momento "A bug's life".
"Z la formica" e' un film la cui scrittura e' chiaramente diversa dalla media dei film animati e soprattutto dei film con animali. In questo caso gli insetti sono piu' che una metafora e sotto i tic verbali e gli atteggiamenti si intravedono nitidamente sia l'umanita' dei personaggi che il carattere ad essi impresso dai doppiatori originali (il principale e' un riconoscibilissimo Woody Allen, naturalmente colto in apertura durante una seduta psicanalitica, poi ci sono Sylvester Stallone, Sharon Stone, Dan Aykroyd...). Questo spostamento dagli animali agli umani e' permesso non solo da una vicenda chiaramente antropocentrica (e che non manchera' di far storcere il naso a coloro che rimpiangono i "bei tempi" in cui i film animati erano diretti principalmente ai bambini), ma anche da una caratterizzazione precisissima dei volti e delle movenze dei personaggi. Ed e' su questo aspetto che si sono evidentemente concentrati i tecnici della PDI, per rendere eccezionale, forse epocale il film. Il risultato e' effettivamente notevole: non solo la labializzazione, ma l'intera espressivita' dei volti e dei corpi ricostruiti digitalmente e' sorprendente, e, pur non anticipando una vicina sostituzione degli attori in carne e ossa (Woody Allen, per esempio, e' un esempio insostituibile di tic nelle loro moltissime variazioni), apre vastissimi orizzonti espressivi alla digital-art nelle sue forme maggiormente rivolte all'intrattenimento "mainstream".
Altro gioiello racchiuso nello scrigno tecnologico di questo prezioso film (peraltro molto godibile, pur con le avvertenze riportate sopra a proposito del suo target adulto) e' costituito dalle sequenze di massa, anche queste progettate e realizzate grazie a innovativi sistemi di simulazione; ovvio che tali scene abbiano una certa importanza all'interno di un film pieno di formiche, ma il loro peso e' accentuato anche dall'importanza narrativa delle scene stesse.
Prima assistiamo a una rappresentazione paradossale del lavoro collettivo delle formiche, le quali formano un 'enorme sfera con centinaia dei loro corpi per farne un grande maglio. Qui si manifesta palesemente l'insofferenza di Z per il lavoro spersonalizzante e comunque per tutto cio' che e' indifferenziazione, tendenza che si nota anche nella scena del corteggiamento alla principessa che scende in incognito nei locali dei "bassifondi", durante il quale i due ballano staccandosi nettamente dai movimenti automatici ed egualmente ritmati degli operai. Infine, troviamo, dopo l'escursione individualista di Z, il suo ritorno proprio nel momento critico, quando la massa degli insetti rischia di essere annientata da un diabolico piano; anche qui entra in gioco il movimento delle masse, prima radunate con l'inganno e poi artefici della propria salvezza grazie a una trasformazione speculare e complementare a quella iniziale della sfera: in questo caso i corpi si ergono a forma di colonna per garantirsi la possibilita' di fuga. Il tutto, con risultati visivi eccezionali e uno sviluppo delle forme e dei suoi componenti molto preciso, non solo legato a semplici algoritmi geometrici, ma capace di rappresentare particolari caotici e liberi.

La recensione e' presente anche sulle pagine di AtLogin, webzine dedicata alla grafica professionale e alla digital-art.