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C'e' posta per te Anno: 1998 Regista: Nora Ephron; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 07-01-1999
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C'è posta per te
Di Nora Ephron
Con Tom Hanks, Meg Ryan
Riecco Tom Hanks, che dopo aver salvato Ryan (James) incontra un'altra
Ryan (Meg). Meglio: la re-incontra: "C'è posta per te" ci ripropone
infatti la già rodata coppia di "Insonnia d'amore": la Ephron,
già sceneggiatrice di una delle commedie di maggior successo degli
anni scorsi, "When Harry met Sally", gioca sul sicuro.
Tutte le volte che lo vedo sullo schermo, Tom Hanks riesce a stupirmi,
per la facilità con la quale riesce a passare da un ruolo incredibilmente
drammatico ad un ruolo brillante riuscendo magnificamente nell'uno quanto
nell'altro. E che dire della Ryan, se non che sembra l'equivalente femminile
di Jim Carrey, tante sono le simpatiche smorfie che riesce ogni volta
a produrre? Ma attenzione: i nostri due simpatici protagonisti non sono
e non possono essere Kathrine Hepburn e Spencer Tracy, anche solo il tentare
un paragone, come invece ho letto da più parti, mi sembrerebbe
ingiusto e improponibile.
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La magnifica triade riesce dunque a regalarci un film, ancorché banale
ed innocuo, indubbiamente frizzante e gradevolissimo. Remake del celeberrimo
"Scrivimi fermo posta" di Lubitch, "C'è posta per te"
mette l'orologio al passo coi tempi e sostituisce a carta, penna e calamaio
la sempre più diffusa posta elettronica. In realtà la "rete
delle reti" non è il centro del film, ma solo il mezzo che permette
a Kathleen e Joe di conoscersi. Tuttavia, sin dalle prime inquadrature, risulta
piuttosto evidente quanto Internet sia cresciuta e maturata, non solo nell'uso,
bensì anche nell'immaginario collettivo: tra l'Angela di "The Net",
semi-impossibile creatura cyber-telematica che usa la rete per scollegarsi dal
resto del mondo e che da questa viene risucchiata e privata della propria personalità
e la Kathleen di "C'è posta per te", che ogni volta che entra
in casa accende il computer, va "on-line" e attende speranzosa le
"magiche paroline", c'è la stessa distanza che possiamo ipotizzare
tra lo Space Shuttle e l'autobus sotto casa. Kathleen e Joe, così inquadrati
nei loro ruoli professionali quando si incontrano nella vita reale, o F2F (face
to face, come si usa dire in rete), si spogliano di ogni inibizione non appena
sono davanti al rassicurante baluginio dello schemo del loro pc portatile. E
chi tra noi, che frequentiamo e viviamo Internet per quello che è e deve
essere, una magnifica fonte di informazioni, una splendida opportunità
di globalizzazione dei rapporti, un modo straordinario per azzerare, con una
semplicità pressoché disarmante, qualsiasi tipo di distanza, e
non la panacea di tutti i mali che i mezzi di comunicazioni di massa di tipologia
"push" (televisione, quotidiani etc) vorrebero farci credere che Internet
sia, non si è riconosciuto in questi due adorabili imbranati?
"la rete avvicina o allontana le persone (...)? E' un fatto che
la psicologia dei legami che si stringono in rete è anomala e interessante.
Con un ossimoro felice preso in prestito, si può sintetizzare la
situazione che spesso si realizza come quella di due 'intimi sconosciuti'.
I tempi di edificazione di un rapporto interpersonale subiscono qui delle
accelerazioni turbo: nel buio del cyberspazio ognuno si sente autorizzato
a spingere la propria audacia molto più in là di quanto
la sua condotta convenzionale, nello spazio concreto, gli suggerirebbe.
Il vantaggio dell'anonimato, il fatto di poter mentire nel qualificarsi,
tutti questi margini di invenzione e accomodamento della realtà
rendono possibili molti affrancamenti dalle goffaggini e dalle reticenze
della vita quotidiana. Paradossalmente, mentire sulle proprie caratteristiche,
fisiche o sociali, è proprio il mezzo per dire la verità
su quello che si pensa e quello che si sente davvero." (Riccardo
Staglianò, "Circo Internet")
Kathleen e Joe si conoscono infatti assai meno, ed in modo assai più
convenzionale e meno sincero di quanto non accada a "shopgirl"
e "NY152", i loro alter ego telematici. Mi spingo a dire che,
senza quel terreno d'incontro così anticonvenzionale, ma sempre
più quotidiano e familiare, offertogli dalla "rete delle reti",
non si sarebbero mai innamorati, chiusi nel bozzolo dei loro ingombranti
ruoli sociali. E chi scrive, che ha vissuto in prima persona una storia
tutto sommato analoga, anche se per fortuna meno turbolenta, vi assicura
che "C'è posta per te" non è fantascienza, ma
vita vissuta.
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