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Sesso e potere - Wag the dog
Anno: 1997
Regista: Barry Levinson;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 30-04-1998


Di Barry Levinson, sceneggiatura di David Mamet. Stati Uniti d'America, due settimane prima delle elezioni presidenziali. Una giovane guida scout accusa il Presidente di averla molestata durante una visita alla Casa Bianca (e quando si dice che l'arte spesso precorre gli eventi...). Per evitare che i giornali sbattano il fatto in prima pagina e rovinino la reputazione del Presidente (notare bene: che l'episodio possa o no essere accaduto non interessa a nessuno, quello che conta e' l'effetto che la notizia potra' avere sul corpo elettorale) viene chiamato a prendere le redini della situazione una sorta di consigliere per gli affari sporchi, Conrad Brean, interpretato dal grandissimo Robert De Niro, il quale non trova nulla di meglio che creare un diversivo per la stampa, e che diversivo... grazie ad un potente e privo di scrupoli produttore hollywoodiano, Stanley Motts (Dustin Hoffman), viene inventata di sana pianta una guerra con l'Albania, girate in studio delle scene di guerra, di bombardamenti e di civili che fuggono da villaggi in fiamme, e creati dal nulla eroici soldati. Una macchina di proporzioni enormi, nelle quali finisce anche la CIA, messa in moto solo perche' il nome del Presidente non sia legato a quello di un episodio da cronache rosa di dubbio buon gusto. Cinico e cattivo, questo film e' un profondo atto d'accusa non tanto e non soltanto verso la prima potenza mondiale ma soprattutto verso i media, grandi manipolatori e mistificatori (nel film viene menzionata spesso la guerra del Golfo, che se vi ricordate bene e' una delle guerre sulle quali abbiamo ricevuto, tra radio e TV, piu' informazioni ma della quale sappiamo davvero poco o nulla di quanto accaduto): bastano pochi trucchi che l'elettronica attuale rende ormai quasi dei giochetti per presentare una realta' completamente diversa. Grandissimi Hoffman e De Niro, per la prima volta insieme in un film dalla prima all'ultima inquadratura, ottimo anche Woody Harrelson nella piccola particina del soldato eroe creato dal nulla Shumann. Un film lucido ed intelligente, che anticipa di pochi mesi il "sexy-gate" che e' scoppiato attorno alla figura di Bill Clinton dopo le dichiarazioni di Monica Lewinski, e che ci fa capire una volta di piu', se pure ce n'era bisogno, quanto possa essere subdola e pericolosa la politica-spettacolo, della quale gli USA sono senza dubbio tra i massimi rappresentanti.