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Nuvole in viaggio Anno: 1996 Regista: Aki Kaurismaki; Autore Recensione: l.a. Provenienza: Finlandia; Data inserimento nel database: 18-03-1998
Kauas Pilvet Karkaavat (Nuvole in Viaggio),
scritto e diretto da Aki Kaurismaki. Con Kati Outinen, Kari Vaananen,
Elina Salo, Sakari Kousmanen. Finlandia, 1996.
Lei è capo-cameriera, lui tramviere; sono sposati. Nel giro
di un paio di giorni entrambi vengono licenziati: il prestigoso
ristorante in cui lei lavora è stato rilevato da una catena di
fast-food, la linea su cui lui conduceva il tram viene abolita
perché poco frequentata (ormai tutti vanno in auto). Nuvole in
viaggio. Nuvole di fumo, nuvole di vapori di alcool, nuvole di fiato
condensato nell'aria gelida... Nuvole di fumo di sigarette eterne che
occupano i tempi morti delle attese infinite dei personaggi: attese
che qualcosa cambi, che il destino smetta di accanirsi, che la
fortuna getti loro anche una semplice occhiata, che il gorgo li
restituisca ad una realtà più accettabile. Nuvole di
vapori di alcool di malinconiche sbronze in piccoli bar di periferia:
malconci, silenziosi, lividi: birre e vodka da sorseggiare, tra una
sigaretta e l'altra, nervosi, un po' tremanti, molto preoccupati, mai
sconfitti. Nuvole di fiato condensato nell'aria gelida della
Finlandia: non sbuffi, ma sospiri; poche parole, perché resta
ben poco da dire a questi personaggi... Nuvole di attesa; nuvole di
immobilità; nuvole in viaggio: un viaggio a cerchio chiuso -
un cerchio-cappio sempre più stretto e soffocante ad ogni
tentativo di riscattarsi, di invertire i processi di peggioramento in
processi di miglioramento, di variare il percorso... Ogni deviazione
si rivela una trappola, ogni scorciatoia un vicolo cieco, ogni porta
un passaggio murato: e ai personaggi di Kaurismaki non resta che
attendere ancora, ed ancora, ed ingannare il tempo con una sigaretta
e magari con una vodka o una birra per scaldarsi nel gelo finlandese,
fotografia pop dai colori sbiaditi di un cambiamento dei tempi (di un
progresso) indifferente alle vittime che miete. Kaurismaki
contravviene alla regola di sceneggiatura secondo cui, per non
sfiancare il pubblico e per tenere alta la tensione della vicenda
narrata, è bene alternare peggioramenti e
miglioramenti, gratificando spettatore e personaggio con
successi, frustrandoli con insuccessi, giocando su picchi e pause -
in continua alternanza... "Nuvole in Viaggio" è essenzialmente
costruito in negativo: la quotidianità dei protagonisti
viene incrinata dal duplice licenziamento, e progressivamente
spezzata e sminuzzata da una serie di sconfitte ed insuccessi a
cascata, senza sosta, senza sospiri di sollievo... Eppure,
Kaurismaki insiste tanto sul medesimo tasto da annullarne quasi la
monotonia del suono: il dramma si tinge di una comicità
sottile, discreta, rispettosa della materia che tratta; i silenzi
esasperati comunicano più delle parole; i gesti, reiterati
all'infinito, perdono mano a mano l'automatismo per fornire spiragli
sulle psicologie; l'insensibilità si rivela la facciata di una
tenerezza estrema ed angosciata; la galleria di personaggi grotteschi
infine coincide con un'immagine fedele; il surrealismo si specchia,
riconoscendosi, nella tragica realtà. Nuvole in viaggio, che
prima o poi passano: dietro c'è il sole, che occhieggia
dall'alto - come nel finale, come in un film di Capra, come qualcosa
che miracolosamente fa coincidere ottimismo e consolazione.
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