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Cannibal holocaust
Anno: 1979
Regista: Ruggero Deodato;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Cannibal holocaust. Ruggero Deodato. 1979. ITALIA.

Attori: Francesca Ciardi, Luca Barbareschi, Robert Kermann

Durata: 95’

 

 

Una spedizione di famosi e avventurosi cameraman si è smarrita nella giungla amazzonica. Il dottor Munroe è mandato sulle tracce di questi ma, dopo aver ripercorso più o meno lo stesso tragitto (incontrando sulla strada almeno tre tribù aborigene differenti), scopre della morte della spedizione rinvenendo solo il materiale che questi avevano girato per il documentario Last road to hell. Fatto ritorno a New York, Munroe è incaricato da un’emittente televisiva di condurre un programma che svelerà gli ultimi giorni del gruppo, mandando in onda il materiale recuperato. Dopo aver visto i nastri però, nei quali i ricercatori rivelano una forte malvagità verso gli indigeni e si mostrano come autori anche delle tragiche immagini che hanno girato, sia il dottor Munroe che l’emittente televisiva opteranno per evitare la messa in onda.

Particolare pellicola sul cannibalismo, truce e davvero difficile da digerire. Posta su diversi piani, la questione del cannibalismo (intellettuale quanto fisico) perde la sua centralità narrativa per lasciarsi andare ad immagini cruente, girate con il puro intento di colpire stomaco e critica. Cannibal holocaust deve il suo successo come cult mondiale, infatti, non tanto all’idea di partenza della trama, il finto documentario nel film (idea ripresa nel grande successo commerciale di Blair witch project (1999) di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez), rifacendosi alla lunga produzione nel cinema di genere dei mondo movies, quanto alle immagini violente, invece, al limite di uno snuff, ed al grosso clamore che queste suscitarono, soprattutto nei gruppi animalisti (una testuggine viene sventrata, ad una scimmia le è tagliata la testa e Luca Barbareschi spara ad un porcellino d’India). Non per niente la pellicola fu sequestrata dopo un mese di proiezione nelle sale e fu rimessa in circolazione solo quattro anni dopo e con notevoli tagli. Cinico e non solo provocatorio, il film si propone anche come critica nei confronti del filone mondo movies che verso la fine degli anni settanta proliferavano nel panorama documentaristico, e pone in dubbio la necessità malsana (da parte dello spettatore quanto dell’uomo) di avvicinarsi sempre di più all’orrendo, contribuendo a questo. Il gesto antropofago del dottor Munroe, costretto a cibarsi di carne umana pur di recuperare la pellicola girata dagli operatori, è una sorta di incontro con l’orrore primordiale, una sorta di viaggio al centro del cuore di tenebra (Federico De Zigno – Amarcord n° 17/18). Provocatoria la composizione e l’uso delle musiche di Riz Ortolani (un motivo leggero che si poggia su immagini difficili e dal titolo Crucifed Woman). Lamberto Bava compare nei crediti come aiuto regista mentre Robert Kerman (il dottor Munroe nella pellicola) è quel Richard Bolla che compare nei porno di Gerard Damiano (il Mereghetti - Dizionario dei film 2000).

 

 

Bucci Mario

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