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Till human voices wake us
Anno: 2001
Regista: Michael Petroni;
Autore Recensione: Andrea Caramanna-
Provenienza: Australia;
Data inserimento nel database: 03-07-2001


Till human voices wake us

Till human voices wake us
Regia: Michael Petroni
Sceneggiatura: Michael Petroni
Fotografia: Roger Lanser
Montaggio: Bill Murphy
Musiche: Dale Cornelius
Scenografia: Ralph Moser
Produzione: Shana Levine, Dean Murphy, David Redman, Nigel O'Dell
Interpreti: Guy Pearce (Sam Franks), Helena Bonham Carter (Ruby), Lindler Joyner (Sam bambino), Brooke Harman (Silvy)
Origine: Australia, 2001, 101 min., 35mm

Visto al Taormina FilmFest 2001

Le voci che ci sveglieranno provengono dalle oscure profondità della mente umana. In questa storia immersa nel panteismo naturalistico dell'Australia contadina vivere significa sviluppare quel processo di simbiosi con la natura e le sue creature. Dalle cicale attirate dalla luce artificiale di notte che di giorno non si vedono perché la luce va invece verso loro, ai vitellini appena nati che bisogna abbracciare, toccare, perché il senso tattile comunica immediatamente l'esperienza fondamentale per vivere la vita. Si tratta di una sorta di iniziazione di Sam alla vita che include il fiore più prezioso: il bocciolo dell'amor tenero tra fanciulli. Il fiore che gentilmente sboccia, nell'innocenza e curiosità adolescenziali. Le sequenze iniziali regalano questa immersione nel sentimento di stupore del fanciullo di fronte alla maestosità della vita, la quale coincide con la bellezza della Natura, e i paesaggi estatici dell'Australia sono sempre adatti a sviluppare questo candido rapimento. Finché arriva la tragedia dell'annegamento, la morte di Silvy che è l'evento perturbante. Se la nuova vita, la vita di tutto il creato è ammantata da una percezione poetica dell'esistenza, la morte è il momento di crisi assoluto, che pone irrimediabilmente l'individuo di fronte a una terribile constatazione: quella che Edgar Morin nel suo "L'uomo e la morte" fa coincidere con la rappresentazione inevitabile della morte, vale a dire i vermi e la putrefazione del cadavere. Il film opera una focalizzazione sul rimosso del lutto dipendente dalla scomparsa del cadavere. Il non ritrovamento coincide con la non visione, la mancata definizione del rito funebre. Ed infatti il celebrante afferma, sbagliando, che non c'è bisogno del corpo poiché è lo spirito importante. Ciò manifesta immediatamente la rimozione che durerà nel tempo. Dopo vent'anni Sam non ha elaborato il lutto, non poteva elaborarlo, non ha visto il cadavere di Silvy. Il rito, così come quel piccolo rito che Sam e Silvy scoprono nel bosco, la pietra tombale che custodisce il corpo dell'uccello, non si è veramente compiuto. Il ritorno di Silvy nelle spoglie di Ruby è interpretabile più che altro come un ritorno del fantasma che finalmente può essere colto nella dimensione veritativa del processo psichico. Come se Sam si risvegliasse, trovandosi, oniricamente, nella possibilità questa volta di salvare Silvy/Ruby dalla morte. La deriva della terapia ipnotica, come spiegazione pseudofantasiosa-scientifica, ha un fascino contraddittorio. È un episodio irrilevante, e da considerare ancora come un agire di Sam sul recupero di Silvy. Ed infine il giochino dell'anagramma che suggerisce la sepoltura, come unico procedimento di chiusura del rito. Le ultime immagini del film, in prestito dall'iconografia pittorica di Ofelia sulla barca trascinata sul fiume (Lete), operano l'unica soluzione possibile e definitiva del processo psicologico della morte.


Conferenza stampa con Andrew Deane (produttore)

Perché aveva scelto Helena Bohnam Carter nel ruolo di Ruby
Ho cercato attori australiani, poiché le grandi star costavano troppo e lei era in grado di riprodurre l'accento e non costava troppo

La chiave di lettura della tomba
Ci sono tanti significati, e comunque il regista era studente di psicologia

Come è stato ristrutturato il film per essere commerciale?
C'è stato uno sforzo anche televisivo per renderlo un prodotto internazionale, però penso che i due attori debbano comparire già all'inizio magari in flashback

Un produttore come lei investe su un messaggio come "ascoltare il silenzio": si investe ancora sulla commozione, sulla lacrima?
Sì, credo sia possibile in queste storie, la storia è davvero universale, comunque si sa che anche in America è difficile trovare dei finanziamenti per questo tipo di film

Alcuni gesti sono molto anglosassoni, come nascondere una cosa sotto la pietra o ricordare così il primo amore
Forse è una domanda trabocchetto, credo che il personaggio di Helena Bonham Carte non esista cioè sia una proiezione del personaggio maschile. Il fatto di tornare a casa lo costringe a fare i conti col passato

Ma non sembra infatti una reincarnazione

Certamente è preferibile che ciascuno ne tragga dalla storia degli aspetti molto personali. Non è il tipico film che mette in fila dei fatti, è più vicino alla poesia

Era importante per il film avere due nomi importanti?

No, non credo il materiale è già importante, purtroppo gli attori attirano i finanziamenti

Ho trovato il film troppo pesante, il fatto che il regista sia stato psicologo si vede per gli eccessivi simbolismi, perché si fa un tale abuso della musica?
E la scena della morte della barca non è ispirata ai film di Jane Campion?
Sono d'accordo per la musica che è troppo preponderante, credo che straripi, sappiamo che per la ristrutturazione del film sarà probabilmente cambiata.
Sono d'accordo anche per i simboli, che pur abbondando sono sempre forti

C'è un altro copione che il regista vuole scrivere direttamente?
Sì, sta scrivendo un film per Julia Roberts, però non sono sicuro che voglia a fare questo, fondamentalmente non è che sia desideroso di dirigere le grandi stelle, preferisce dirigere le storie che ha scritto anche con attori sconosciuti.