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Riget - Il Regno Anno: 1994 Regista: Lars Von Trier; Autore Recensione: luca aimeri Provenienza: Danimarca; Svezia; Data inserimento nel database: 07-05-1998
THE KINGDOM
Riget (The Kingdom), di Lars von Trier. Sceneggiatura,
Lars von Trier, Tomas Gislason. Con Ernst-Hugo Jaregard, Ghita
Norby, Kirsten Rolffes, Soren Pilmark. Danimarca/Svezia, 1994.
Durata: 135'+145'. Noleggio, Bmg/Eagle.
Cosa succede in un ospedale danese, monumento nazionale alla scienza
medica, quando il primario è un demente a capo di una loggia
simile, per inutilità, alla "Loggia del Leopardo"
della serie "Happy Days"? Cosa succede quando il più
importante chirurgo, ladro di tesi e ricerche, odia il popolo
che cura e non perde occasione di trasformare in tragico ed irreparabile
incidente ogni intervento chirurgico? Cosa succede quando un brillante
medico, per continuare ad essere retto, deve ricattare l'intera
struttura? Cosa succede quando un infermiere di origini caraibiche
conosce i segreti del voodoo? Cosa succede quando le corsie,
le sale operatorie, le trombe dell'ascensore di un ospedale sono
popolate da fantasmi? Cosa succede quando una medium non
viene creduta? Cosa succede quando il Ministro viene a far visita
all'ospedale e scopre che nulla funziona come dovrebbe? Cosa succede
quando il talento visionario del danese Lars von Trier si incontra
con l'esigenza della televisione di produrre una soap-opera
innovativa? Cosa succede quando horror, thriller, comedy si fondono
in una inedita ghost-soap-opera?
E.R. Medici in Prima Linea + Twin Peaks: ovvero,
storie di fantasmi danesi.
Lo stile elevato a elemento di continuità in una soap-opera
deviata [dai percorsi melodrammaticomasturbatori consueti (basati
sul rompicapo delle infinite possibili interrelazioni tra i personaggi)
e costruita piuttosto sull'evoluzione dell'intreccio attraverso
differenti toni]: adeguatamente sconnessa, viziosamente strutturata
[a circolo, senza soluzione, infinita-mente]. Macchina a mano
eternamente fluttuante: un punto di vista ectoplasmatico, inquieto;
un equilibrio incrinato, instabile; uno sguardo partecipe, compres(s)o
tra mura dannate, crepate, in putrefazione... E' il Regno della
Scienza che poggia le proprie fondamenta su un fondale melmoso,
dimenticato, rimosso: un passato che si riaffaccia, riecheggiando
nei lamenti di una bimba fantasma che vaga nei sotterranei corridoi
[della coscienza]...: è la scienza che corrompe se stessa
fin dall'origine, per statuto: il progresso scientifico che nega
il proprio passato-presente di mortifera sperimentazione. Infine
i fantasmi si riaffacciano: e guidano lo sguardo nelle corsie,
nelle sale operatorie, negli obitori. Con lo svelamento si conclude
la mutazione della suspense in comicità: oltre il grottesco
ricomincia l'orrore moltiplicato [to be continued: finale
aperto]. Destini in sospeso, fantasmi in libertà, coscienti
trapianti d'organi malati in corpi sani, feti-adulti figli di
se stessi per perpetrare la serie [televisiva]...: cortocircuiti
della logica (d'altra parte è una storia di fantasmi,
no?).
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