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La ville est tranquille Anno: 2000 Regista: Robert Guediguian; Autore Recensione: Sara Borsani Provenienza: Francia; Data inserimento nel database: 01-09-2000
La ville est tranquille
Scheda tecnica
Regia Robert Guediguian
Sceneggiatura Robert Guediguian e Jean-Louis Milesi
Produttore Gilles Sandoz
Direttore della fotografia Bernard Cavalie
Musiche Jacques Menichetti
Montaggio Bernard Sasia
Scenografia Michel Vandestien
Suono Laurent Lafran
Cast Ariane Ascaride, Gerard Meylan, Jean-Pierre Darroussin, Jacques Boudet, Pierre Banderet, Pascake Roberts
Non ununica storia, ma mille frammenti di vita quotidiana, in una città, Marsiglia, illuminata dal sole e dalle infinite varietà del blu del mare
gli scorci suggestivi delle vie antistanti al porto rappresentano un violento contrasto con la periferia degradata ripresa come sfondo, come paesaggio immobile in cui si rappresenta la tragica commedia della vita.
Il mercato del pesce, buio e soffocante nelle luci di un mattino perennemente uguale a mille altri, il freddo che ti prende le mani e il cuore mentre tra la noia e la fatica ti accingi a maneggiare lennesimo carico di morte e solitudine: questa è linquadratura iniziale, questa è la realtà di Michèle, questo è il senso profondo di una città che non ti concede tranquillità, ma che ti lascia affogare lentamente nella tua disperazione.
Sono squarci fugaci, scene rubate di una città invisibile, che risplende nella luce accecante del tramonto, e poi si richiude sui commedianti di una compagnia dei miserabili: Michèle, una donna privata dei suoi affetti, che si aggrappa alla vita e al sogno di una favola dellinfanzia che rivive nella nipote, Ameline, una bimba di pochi mesi, unica nota positiva, forse perché ancora ignara
una donna che lotta per la salvare la figlia dallincubo della droga, che si dibatte nella rete di un matrimonio fallito; Viviane, una musicista che trova pace e sernità lavorando con i disabili e si innamora di Abderamane, un immigrato che, uscito di prigione, cerca di cambiare le idee fondamentaliste dei suoi compagni di strada e viene ucciso da un gruppo di disoccupati di estrema-destra; Paul, un uomo debole che cerca un riscatto nel suo lavoro di tassista, che non riesce a vivere lamore in modo maturo e si accontenta di sognare frequentando le prostitute
Gerard, un uomo misterioso, che di fronte alla scoperta improvvisa e violenta dellimpossibilità di vivere si toglie la vita
Un film riflessivo e nello stesso tempo molto emotivo, molto forte, uno studio antropologico e psicologico della natura umana, che non ricerca mediazioni, e si svela lentamente nella sua crudezza, in un pessimismo che non lascia trapelare vie di fuga
Il regista di Marius e Jeannette con questo film non lascia spazio ai sentimentalismi, ma realizza unopera difficle da dimenticare, soprattutto per il forte apporto emotivo, per le immagini che seguono un tempo e uno spazio propri, per la difficoltà di accettare una realtà che non vorremmo nostra.
Sara Borsani
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