NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


La primera noche de mi vida
Anno: 1998
Regista: Miguel Albaladejo;
Autore Recensione: Adriano Boano
Provenienza: Spagna;
Data inserimento nel database: 18-03-1999


Primera noche de mi vida
Regia: Miguel Albaladejo
Sceneggiatura: Elvira Lindo, Miguel Albaladejo
Fotografia: Alfonso Sanz Alduan
Montaggio: Angel Hernandez Zoido
Scenografia: Angel Sarrion
Musica: Lucio Godoy
Suono: Antonio bloch, Pelayo Gutierrez, Carlos Garrido
Interpreti: Leonor Watling, Juanio Martinez, Carlos Fuentes, Mariola Fuentes, Emilio Gutierrez Caba, na Lizaran, Inigo Garces, Chema de Miguel
Produzione: Alphaville (Mariel Guiot), La Sept ARt (Unité de Programmes Fictions, Pierre Chevalier), Haut et Court
Distribuzione: Celluloid Dreams, 24, rue Lamartine, 75009 Paris, tel. 33.1.4970.0370
Provenienza: Spagna
Anno: 1998
Durata: 84'


Un approccio comico al millenarismo che si avvale di una sceneggiatura precisa, in grado di intrecciare tutti i personaggi (e sono molti) ricavando dai loro incontri, spesso ripetuti in situazioni diverse, motivi di divertimento. Non per questo è spensierato: già solo il fatto che al secondo incontro dei personaggi tra loro la situazione si presenta sotto una luce diversa è un sintomo di insicurezza, che si avverte in tutto il film: la ragazza che attende alla cabina l'arrivo del fidanzato lamenta la precarietà della sua situazione, come le due colleghe del distributore di benzina, che scambiano speranze destinate a fallire in uno spumeggiante scambio di battute che ricorda il primo Almodovar (ma anche l'ultimo, visto che il racconto s'inizia e termina proprio con una nascita in strada); ma la stessa coppia protagonista dell'odissea della notte di fine millennio evoca un po' la sacra famiglia, pellegrinando per le calle popolate di personaggi che si muovono senza una meta sensata, finendo con l'arrivare presso la baracca di una mammana, costretta ad invertire il risultato del suo lavoro per le doglie che colgono la giovane puerpera proprio nei pressi di quel modesto ricovero su cui risplende una enorme stella: la Estrella Dum, una marca di birre che fa le veci della stella cometa di duemila anni prima. Insomma, come capita per gli intrecci, anche la storia finirà con il ripetersi, ma con lievi scarti fondamentali, che finiscono con alterare gli eventi profondamente. Intanto la Storia scorre sugli schermi tv che elencano gli episodi più atroci del secolo proprio nella stamberga, che sarebbe priva di luce elettrica senza lo spirito di iniziativa e le competenze di Joselito, poi fulminato (anche questo un segno divino recuperato nella sua formalizzazione, ma scardinato per la collocazione e il tono irriverente, senza essere canzonatorio).

Altro aspetto interessante del film è che si svolge non solo interamente di notte, ma soprattutto l'azione avviene esclusivamente per strada, persino la baracca-grotta viene spesso ripresa in modo da richiamare le antiche rappresentazioni delle adorazioni del Salvatore: dall'esterno incastonando la scena tra varchi che dalla strada (vero topos del film) consentono di vedere l'evento della nascita. Il riferimento cristologico non è fastidioso, anzi sembra risponda soltanto a fini di spettacolo e più che il neonato sembra si propenda maggiormente a rendere Joselito il vero eroe.

Si incontrano momenti davvero esilaranti, scenette dove la Guardia Civil e i poliziotti si fronteggiano disputandosi un fermato, lasciando poi andare libero il reo colto in fragranza di reato, perché "A fine millennio è meglio non essere sospettosi": è sempre la coralità comunque ad ottenere gli effetti più comicamente surreali. L'originalità sta nel fatto che i film finora prodotti della serie di fine millennio "2000 vu par" affrontano il tema in modo molto triste (The Hole di Tsai Ming Liang) o nichilista (Last Night di Don McKellar), mentre questo intelligente lavoro sfrutta le peculiarità degli attori al meglio spingendo sul tasto dell'allegro approccio alla fine del millennio in comunità.