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La balia Anno: 1998 Regista: Marco Bellocchio; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Italia; Data inserimento nel database: 24-05-1999
La balia
La balia
Di Marco Bellocchio
Con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Maya Sansa
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Di nuovo insieme nell'ultimo film di Marco Bellocchio i nostri due attori
meno "italiani": ché la loro presenza scenica lavora per
sottrazione e negazione di ogni velleità mattatoriale come è
tradizione del miglior cinema dell'est (e non a caso uno dei ruoli più
belli di Fabrizio Bentivoglio è quello del "poeta" dell'ultimo
film del greco Angelopoulos). E di nuovo Pirandello. |
E lo dico subito, così da sgombrare il campo da qualsiasi ambiguità:
"La balia" è un film bellissimo, ricostruito con amore e perizia
in ogni minimo particolare tanto sullo sfondo quanto nel primo piano. Ed è
l'incontro-scontro di tre esistenze che non vogliono chiudersi in un ruolo,
che non vogliono ripetersi sempre uguali, che non si piegano ciecamente ed ostinatamente
a ciò che la società, l'epoca, il costume vorrebbe da loro.
Vittoria vuole essere moglie e madre, ma non come lo fu sua madre e prima ancora
sua nonna, non vuole che tutto si ripeta uguale nel corso degli anni, non vuole
"abituarsi" ("questa casa è così grande, i primi
giorni mi ci perdevo, poi mi sono abituata", vale anche per il suo ruolo
in quella casa, quella del professor Mori di cui è la moglie).
Annetta vuole imparare a leggere e a scrivere, non rinuncia al figlio pur di
lavorare, e nella sua storia d'amore con un uomo istruito ed impegnato politicamente
vive tutta la sua volonta' di riscatto, tanto che anche Vittoria si riconosce
nelle parole di emancipazione che il compagno di Annetta ha scritto per lei
("E' strano, le dice il professor Mori, "come di solito a qualcuno
che si ama si chiede di rinunciare a tante cose, soprattutto a sé stesso.
Vostro marito fa tutto il contrario, con voi").
Il professore, l'uomo di scienza tutto d'un pezzo, si interroga ogni giorno
sull'utilità della sua professione, e in una delle scene più belle
del film ri-definisce il suo ruolo di padre, prendendo in braccio il figlio
e cantandogli una ninna nanna prima, e poi adagiandolo sul letto accanto a lui.
E intanto, sullo sfondo, scorre l'Italia dei primi del '900, con i suoi fermenti
politici, le sue rivoluzioni. Ma resta sullo sfondo, perché la vera rivoluzione,
per il regista, è dentro di noi.
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