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Kampvuur Anno: 2000 Regista: Bavo Defurne; Autore Recensione: adriano boano Provenienza: Belgio; Data inserimento nel database: 17-04-2000
Kampvuur
Kampvuur (Falò da campo)
di Bavo Defurne, Belgio, 2000, 20´
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15° Festival
Film a Tematiche
Omosessuali
Torino 13/19 aprile 2000
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regia di ..................... Bavo Defurne
montaggio di ................ Erwin Ryckaert
fotografia di ................ Jean Claude Neckelbrouck
suono di .................... Frederick Fonteyne
interpretato da .............. Joram Schurmans, Koen Van Heule, .............................. Circé Lethem, Maarten Cornelis
prodotto da .................. Yves Verbraeken
produzione ................... Laika Films Production
provenienza................... Belgio
anno ......................... 2000
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Così terribilmente improntato ai più vieti stereotipi che sorge il dubbio li voglia stanare tutti a cominciare dalle riprese sul bus degli scout, nell'ambiente dei quali si svolge l'intera vicenda. Nulla di sordido, anzi le allusioni alla natura con le macro da documentario entomologico sembrano voler alludere ad un disegno naturale (se non divino in un momento di attriti giubilari tra mondo omosessuale e vaticano, in seguito al Pride Day previsto per l'8 luglio): le coccinelle, i ragni e tutto l'apparato ormonale dei giovani omosessuali-scout, che si scatena nella tenda rossa immersa nella notte e illuminata dall'esterno, senza che venga mostrata la benché minima scena di sesso, riservandole ai testimoni muti della foresta: un gufo, una lumaca, qualche insetto. E anche in questo caso la reticenza trova comodi alibi nella volontà di mostrare le immagini di un cliché. E questo dovrebbe essere il messaggio, che trova una conferma nell'imbarazzo del mattino.
Anche la innocua partita di calcio era diventata occasione per infilare una sequela di corpi seminudi inondati di sole, che dovrebbero introdurre al desiderio e legittimare la rottura con la fidanzatina, come d'altronde pure la festa con il falò del titolo, dove si consuma il dramma in seguito alla provocazione della ragazzina, che scatena la vergogna di Wout, il concupito, è l'ennesimo luogo comune della scazzottata, infilato per raggiungere finalmente il triste epilogo dove si ricompone la coppia eterosessuale in mezzo al biasimo codino del resto degli scout per il giovane trasgressore.
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Due domande sorgono spontanee: che ci si aspettava dagli scout se non una spinta a far rientrare tutto nei binari della "normalità"? Quale potrebbe essere l'uso di tutto questo sproposito di vacui tropi dell'immaginario gay se non si aggiunge nulla a quanto già non si trovi codificato in una pletora di altri testi ben più incisivi?
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