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Abbiamo solo fatto l'amore
Anno: 1998
Regista: Fulvio Ottaviano;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 30-04-1998


Il film si apre con l'inquadratura di una twingo nella quale si capisce chiaramente che un ragazzo ed una ragazza se la stanno spassando. In modo non proprio prudente, pero'... lei e' Silvia, e pare proprio che sia rimasta incinta. Lui e' Simone, cameriere in una carrozza ristorante. Simone (Daniele Liotti) e' giovane e di diventare padre proprio non ne vuole sapere. Si sfoga con il collega ed amico Leo (Valerio Mastandrea), e con Rocco, il cuoco, la cui filosofia e' quella di cucinare seriamente per far sentire i viaggiatori piu' a loro agio (senza servirgli percio' i soliti cibi precotti, che chi ha mai mangiato in treno conosce drammaticamente bene...). Mese dopo mese (quelli della gravidanza di Silvia) viaggiamo insieme a Simone e a Leo su questo treno frequentato da personaggi improbabili quali una giovane aspirante attrice che coinvolge gli altri viaggiatori per provare le battute, un prete che si e' fatto ribattezzare Kurt in memoria del cantante dei Nirvana, un trafficone imbroglione che riesce a vendere di tutto, dalla calcolatrice solare alle creme antirughe. Ovvio che in un tale "pollaio" la giovane Silvia abbia la ventura di partorire proprio su un treno, e guarda caso proprio sul treno dove lavora Simone. Ma questo bambino sara' poi davvero di Simone? Speravo di imbattermi in un film leggero e divertente, e sono stata accontentata: tra le continue battute di Mastandrea e Liotti, e le macchiette rappresentate dai viaggiatori abituali del treno si ride un casino dall'inizio alla fine del film, che dura poco piu' di un'ora (finalmente, era da almeno quattro film che non riuscivo a vedere qualcosa sotto le due ore). Gradevolissimo, senza alcuna pretesa, mi chiedo come mai abbia avuto cosi' poco successo. E' sicuramente all'altezza di "Figli di Annibale", di cui pure si parla molto di piu'. E' un po' tardi per consigliarlo, ma chi ancora ha la ventura di trovarlo in qualche sala, in qualche cineclub, e vuole passare un'ora ed un quarto di autentico e sano divertimento lo vada a vedere, ne vale la pena.