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Lo svitato
Anno: 1955
Regista: Carlo Lizzani;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 30-06-2010


A dieci anni dalla fine della guerra l’Italia sta cambiando. In tanti emigrano dalle campagne e dal sud per andare a lavorare nelle fabbriche e il panorama delle città si sta trasformando per i tanti ed enormi palazzoni in costruzione. Ma non sta mutando solo l’edilizia anche i modelli di vita. In tanti cercano di arrangiarsi, si inventano lavori, si fanno piccole truffe. Il giornalismo diventa all’americana, diventa d’assalto, si fanno inchieste e dove non esistono si inventano. Lo svitato di Carlo Lizzani è un film del 1955. E’ uno spaccato del tempo girato con un finto ritmo americano, un po’ da comica ed un po’ ironicamente come un film d’azione. Per fare questo Lizzani si serve di un giovanissimo Dario Fo (lo Svitato). Grazie alla sua recitazione fisica e parlata la pellicola diventa ‘’americano’’ al punto giusto. Lo svitato vuole fare il giornalista, ma è troppo ingenuo perché possa far parte di quella redazione. Il quotidiano ‘’L’intransigente’’ è un bellissimo esempio di giornalismo, d’assalto potremmo dire, esasperato ed aggressivo. I redattori si dedicano ad interrogare testi, a fabbricare prove, a mascherarsi per scattare foto proibite. La polizia telefona al giornale per sapere come vanno le indagini. L’ironia è forte e si sente. Il direttore giudica l’Iliade come un bel triangolo amoroso, un best seller in classifica da oltre 30 secoli. Importante è vendere, il materiale non interessa. La datazione della storia è tutta qui. I giornali di oggi fanno peggio. La differenza è la loro fine molto vicina; i lettori stanno scomparendo. Divertenti sono le caricature del pugile sonato e del vigile patriotico. La filosofia è la stessa: l’Italia cambia e la filosofia del denaro prende sopravento: Quando uno ha il denaro: quello che uno non può comperare gli lo regalano. E’ stato bello vedere questo film datato, ma costruito con grazia.