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Budrus Anno: 2009 Regista: Julia Bacha; Autore Recensione: Roberto Matteucci Provenienza: Israele; Data inserimento nel database: 30-06-2010
I muri sono da sempre fonte di ispirazione.
I motivi sono tanti e le visioni possono differire.
Per chi è dentro è una protezione, una sicurezza, per chi è fuori una ingiustizia, una mancanza di libertà per andare dove si vuole. Ma non sempre nel cinema è così.
In Fuga da New York, Manhattan è diventata troppo pericolosa ed è circondata da un muro per trasformarla in prigione. I cattivi stavano dentro.
Nel film la Zona di Rodrigo Plá succede il contrario: un quartiere bene vuole circondarsi di una divisione per difendersi dalla malavita esterna; i cattivi stavano fuori.
Senza poi dimenticare la madre di tutti i muri: quello di Berlino.
La barriera protettiva israeliana separa Israele dalla Cisgiordania e serve per ridurre le tante infiltrazioni terroristiche.
La sua costruzioni è stata complicata, difficile e ostacolata.
La barriera doveva attraversare Budrus, un piccolo villaggio palestinese. I cittadini attuarono delle pacifiche proteste. Le lotte portarono ad uno spostamento della barriera vicino alla linea verde.
Il documentario parla di queste dimostrazioni, dove palestinesi e israeliani furono uniti nella ribellione.
Non c’è nulla di nuovo nel film.
Nel film Il giardino di limoni del 2008 si era già centrato il problema, rendendolo umano e reale.
La fantasia del regista di Budrus riesce solo a cambiare gli alberi: da limoni diventano di olive. Per il resto nulla di nuovo.
Anche i colori, l’ambientazione, i dubbi degli israeliano sono gli stessi di Z32 il film di Avi Mograbi.
Non c’è freschezza nel film, è un film tematico e non riesce mai a colpire.
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