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Zheleznaya doroga - The railway
Anno: 2007
Regista: Aleksei Fedorchenko;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Russia;
Data inserimento nel database: 30-06-2010


The railway è un film sul viaggio. Un viaggio alla ricerca di un mondo sconosciuto ma soprattutto un viaggio dentro noi stessi, per capire e sapere chi siamo. Fra i vari mezzi di trasporto il treno è forse il più affascinante. Perché il treno è un luogo chiuso, dove per un lungo tempo persone diverse, mai incontrate prima devono spartire un piccolo spazio. Dei tanti film con treno per protagonista mi sono ricordato di uno degli ultimi: The Darjeeling Limited, dove dei fratelli fanno un viaggio in treno alla ricerca della madre ma in realtà stanno cercando di superare le difficoltà di relazione fra loro. Alla fine i fratelli troveranno la madre ma soprattutto loro stessi. In un piccolo paese russo la scuola cade a pezzi. Il preside non sa come fare a trovare i fondi. A quella scuola va Mishka un bambino muto; vive con il padre abbandonato dalla moglie. Egli vorrebbe portalo in una scuola per muti, ma non ha soldi. I tre allora trovano una soluzione assurda. Prendono una vecchia locomotiva diventata monumento del paese, la riempiono di carbone da vendere e partono verso terre infinite, dove una volta sfrecciava il treno prima di essere messa in disuso. Una Russia molto simile all’epopea del west. Terre sterminate, disabitate. Nel west si potevano incontrare degli indiani, qui si affrontano – in una ambientazione surreale – dei corpi deformati, circensi dispersi dalla distruzione di un circo. La steppa russa è lunghissima, non si vede fine. Però esistono dei villaggi isolatissimi senza contatti umani da tempo. Le avventure dei nostri amici - anche esse surreali – continuano villaggio per villaggio fino ad un fallimento economico totale. Il ritorno a casa è disastroso, ma solo per i soldi. Al ritorno infatti le persone sono cambiate, sono più consapevoli. Un bel film, anche qui di un giovane autore russo, costruito delicatamente con un tocco calmo e ironico. Un vero esempio per tante cinematografie molto più irritanti.