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Demoni 2 - L'incubo ritorna
Anno: 1986
Regista: Lamberto Bava;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

Demoni 2 - L'incubo ritorna. Lamberto Bava. 1986. ITALIA.

Attori: David Knight, Nancy Brilli, Corallina Tassoni, Asia Argento, Michele Mirabella

Durata: 90’

 

 

Amburgo. In un grande complesso residenziale si tiene una festa mentre alla televisione è mandato in onda un film dell’orrore. La giovane festeggiata, Sally, intenta a guardare la televisione, è aggredita da un demone uscito dalla televisione, ed a poco a poco, l’intero stabile è infestato e contagiato. Un gruppo d’inquilini si rifugia nel parcheggio sotterraneo, ma inutilmente.

Sequel del precedente Demoni (1985) sempre diretto da Lamberto Bava, con carenza d’idee e sovrabbondanza di gore. Dietro questo progetto, scritto anche da Dario Argento e Dardano Sacchetti, diversi innesti del cinema canadese di Cronenberg, da Il demone sotto la pelle (1975) dal quale trae ispirazione l’ambientazione, fino a Videodrome (1983) dal quale trae spunto per la contaminazione televisiva, già ben portata sullo schermo da Poltergeist (1982) di Tobe Hooper. Ancora tante le citazioni, come la goccia di sangue che rianima il primo demone, chiaramente ispirata ad uno dei capolavori del padre del regista, La maschera del demonio (1960) di Mario Bava, o anche il demonio che aggredisce Nancy Brilli, sicuramente debitore nei confronti di Gremlins (1984) di Joe Dante. Il film purtroppo non convince mai a livello narrativo (come può essere credibile un’invasione di demoni dalla televisione?) ma sorprende a livello d’effetti speciali, realizzati dal bravissimo Sergio Stivaletti, molti dei quali oggi mostrano ancora tutta la loro potenza evocativa nella rappresentazione del male e della mutazione. Il film, non del tutto originale come si è detto, è stato a sua volta ispiratore di un altro, misconosciuto, film di genere come The video dead (1987) di Robert Scott. Facendo il punto, se nel primo episodio l’orrore usciva dallo schermo per aggredire il pubblico di un cinema, in questo lavoro invece, c’è sì la consapevolezza che la televisione stia sostituendo il cinema (siamo in pieni anni ottanta, quando prolifica cioè il mercato delle homevideos), e che quindi sia possibile far uscire i demoni dallo schermo catodico, ma un eccesso di superficialità non ne rende chiare le intenzioni. A distanza di quasi venti anni, The ring (1998) di Hideo Nakata (e tutti i sequel e prequel e remakes) ripropone in un certo senso lo stesso concetto, ma con una struttura narrativa ben più solida.

 

 

Bucci Mario

[email protected]