Delicatessen.
Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro. 1990. FRANCIA.
Attori: Dominique Pinon, Marie-Laure Dougnac, Jean-Claude
Dreyfus, Rufus, Ticky Holgado, Anne-Marie Pisani
Durata: 97’
Francia. Tempo imprecisato,
futuro prossimo. In un palazzo semidistrutto arriva l’ex pagliaccio Louison che
accetta di lavorare come portiere. È il macellaio, che gestisce l’immobile, a
fargli l’offerta, anche perchè è da quasi una settimana che nessuno degli
inquilini mangia carne. Siamo infatti in un mondo dove il cibo scarseggia e la
società dei carnivori, che vive in superficie, è contrastata da un gruppo di
rivoltosi vegetariani, che occupa invece il sottosuolo. Tutti gli inquilini del
palazzo sperano quindi di poter assaggiare finalmente un po’ di carne, ma le
cose si mettono diversamente. La figlia del macellaio infatti s’innamora di
Louison e con l’aiuto dei Trogloditi, i vegetariani, cerca di salvare il nuovo
arrivato dalle grinfie del padre. Tra personaggi surreali e coppie improbabili,
sboccia l’amore a lieto fine.
Cult movie francese, grottesco
fino al midollo, sensibile e divertente. Delcatessen
è il risultato dell’unione di due diversi stili, quello pubblicitario e quello
fumettistico, rappresentati dall’unione dei due autori di quest’assurda
commedia, che per certi versi anticipa i successi del regista spagnolo Alex de la Iglesia. In una
società antropofaga ed abbruttita (il condominio), l’ingresso del grottesco (il
pagliaccio) rende assurda la vita dei suoi inquilini, mette in crisi un modello
che alla lunga tenderebbe a consumarsi (viene mangiata la nonna di uno degli
inquilini), e risolve il presente con la speranza di un futuro ripulito
(l’ondata d’acqua che spazza via gli aggressori) e musicale (la coppia che
suona sul tetto imitata dai fanciulli). È raro, bisogna ammetterlo, trovare
opere così dense d’immagini e maschere che celano (nemmeno troppo) significati
così ampi e nella realtà così concreti. È questa, infatti, non solo la
condizione della Francia, quella che Jeunet e Caro vogliono descrivere, ma di
una società più ampia fatta di uomini senza scrupoli, accecati dalla fame (il
senso del consumo), istupiditi dalla ripetitività delle azioni (la piccola
catena di montaggio dei due fratelli) e senza soluzione di fronte alla
disperazione (la donna che cerca di suicidarsi). Fotografia molto bella
impostata sulla saturazione dei colori, volti ed interpretazioni tutte
azzeccate, musiche appena accennate e comunque mai invadenti, ed un lieto fine
meno ruffiano della maggior parte delle conclusioni che passano sul grande
schermo: la comicità di questa pellicola guarda indietro con qualche rimpianto
(spira aria di ricordi e rimandi, come nella scena dell’invito a pranzo, quando
la figlia del macellaio si prepara ad accogliere il nuovo inquilino senza
occhiali, e che ricorda molto la sequenza di Frankenstein junior (1974) di Mel Brooks, anche questa ripresa dal
modello classico del cinema comico). Tra le comparsate, anche quella di Marc
Caro che interpreta Troglofox. Divertente, delicato, Delicatessen. A distanza di oltre dieci anni il regista Jean-Pierre
Jeunet è stato capace di ripetersi, con successo e immagini della stessa forza,
con il film Il favoloso mondo di Amelie
(2001), ma anche con qualcosa in meno da dire.
Bucci Mario
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