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Delicatessen
Anno: 1990
Regista: Jean-Pierre Jeunet; Marc Caro;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 25-04-2005


Delicatessen

Delicatessen. Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro. 1990. FRANCIA.

Attori: Dominique Pinon, Marie-Laure Dougnac, Jean-Claude Dreyfus, Rufus, Ticky Holgado, Anne-Marie Pisani

Durata: 97’

 

 

Francia. Tempo imprecisato, futuro prossimo. In un palazzo semidistrutto arriva l’ex pagliaccio Louison che accetta di lavorare come portiere. È il macellaio, che gestisce l’immobile, a fargli l’offerta, anche perchè è da quasi una settimana che nessuno degli inquilini mangia carne. Siamo infatti in un mondo dove il cibo scarseggia e la società dei carnivori, che vive in superficie, è contrastata da un gruppo di rivoltosi vegetariani, che occupa invece il sottosuolo. Tutti gli inquilini del palazzo sperano quindi di poter assaggiare finalmente un po’ di carne, ma le cose si mettono diversamente. La figlia del macellaio infatti s’innamora di Louison e con l’aiuto dei Trogloditi, i vegetariani, cerca di salvare il nuovo arrivato dalle grinfie del padre. Tra personaggi surreali e coppie improbabili, sboccia l’amore a lieto fine.

Cult movie francese, grottesco fino al midollo, sensibile e divertente. Delcatessen è il risultato dell’unione di due diversi stili, quello pubblicitario e quello fumettistico, rappresentati dall’unione dei due autori di quest’assurda commedia, che per certi versi anticipa i successi del regista spagnolo Alex de la Iglesia. In una società antropofaga ed abbruttita (il condominio), l’ingresso del grottesco (il pagliaccio) rende assurda la vita dei suoi inquilini, mette in crisi un modello che alla lunga tenderebbe a consumarsi (viene mangiata la nonna di uno degli inquilini), e risolve il presente con la speranza di un futuro ripulito (l’ondata d’acqua che spazza via gli aggressori) e musicale (la coppia che suona sul tetto imitata dai fanciulli). È raro, bisogna ammetterlo, trovare opere così dense d’immagini e maschere che celano (nemmeno troppo) significati così ampi e nella realtà così concreti. È questa, infatti, non solo la condizione della Francia, quella che Jeunet e Caro vogliono descrivere, ma di una società più ampia fatta di uomini senza scrupoli, accecati dalla fame (il senso del consumo), istupiditi dalla ripetitività delle azioni (la piccola catena di montaggio dei due fratelli) e senza soluzione di fronte alla disperazione (la donna che cerca di suicidarsi). Fotografia molto bella impostata sulla saturazione dei colori, volti ed interpretazioni tutte azzeccate, musiche appena accennate e comunque mai invadenti, ed un lieto fine meno ruffiano della maggior parte delle conclusioni che passano sul grande schermo: la comicità di questa pellicola guarda indietro con qualche rimpianto (spira aria di ricordi e rimandi, come nella scena dell’invito a pranzo, quando la figlia del macellaio si prepara ad accogliere il nuovo inquilino senza occhiali, e che ricorda molto la sequenza di Frankenstein junior (1974) di Mel Brooks, anche questa ripresa dal modello classico del cinema comico). Tra le comparsate, anche quella di Marc Caro che interpreta Troglofox. Divertente, delicato, Delicatessen. A distanza di oltre dieci anni il regista Jean-Pierre Jeunet è stato capace di ripetersi, con successo e immagini della stessa forza, con il film Il favoloso mondo di Amelie (2001), ma anche con qualcosa in meno da dire.      

 

 

Bucci Mario

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