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Roma l’altra faccia della violenza
Anno: 1976
Regista: Marino Girolami (Franco Martin;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 20-04-2005


Roma l'altra faccia della violenza

Roma l’altra faccia della violenza. Marino Girolami (Franco Martinelli). 1976. ITALIA.

Attori: Antony Steffen, Marcel Bozzufi, Roberta Paladini, Jean Favre, Enio Girolami, Franco Citti, Stefano Patrizi, Valerio Merola, Luca Raffa

Durata: 92’

 

 

Roma. 1976. Quattro delinquenti entrano in una lussuosa villa e la rapinano. Qualche giorno dopo nella villa della famiglia Alessi si festeggia il diciottesimo compleanno di Carol, ma una banda di rapinatori rovina il ricevimento prima derubando gli invitati e poi uccidendo proprio la festeggiata. Fuggendo i delinquenti travolgono un fioraio che però riconosce uno della banda. Sulle loro tracce si mettono sia la polizia che il padre della vittima ma mentre la prima, comandata dal commissario Carli, brancola nel buio ed anzi arresta il gruppo di rapinatori sbagliato, il secondo si mette sulla pista giusta e scopre un gruppo di pariolini dietro l’omicidio di sua figlia. Deciso a farsi giustizia da solo, il padre della vittima uccide un paio di componenti della banda fino a che non scopre che anche suo figlio, lontano da casa da tempo, fa parte della stessa banda. Viene ucciso da lui, che comunque viene arrestato dal commissario Carli.

Ennesima variazione sul tema, questa volta però ispirata al delitto del Circeo, compiuto da fascisti dell’alta borghesia romana. Più sul filone Il giustiziere della notte (1974) di Michael Winner che su quello de Il braccio violento della legge (1971) di William Friedkin, il film tenta ugualmente di stare su due binari diversi per la maggior parte del tempo, ma purtroppo proprio per questo motivo zoppica, come la maggior parte delle pellicole che seguono questo modello. A parte la partecipazione di Vario Merola (uno degli assassini, impegnato anche in una scena di stupro) all’epoca non ancora famoso per le sue avventure amorose, nel film si possono apprezzare alcuni rallenti (senza nessun significato narrativo però) visivamente interessanti, e poco altro. Molto brutta la fotografia di Gianni Bergamini, cambia colore e luce ad ogni inquadratura, poco in parte quasi tutti gli attori, uso eccessivo delle immagini velocizzate per descrivere fughe ed inseguimenti, il film si lascia apprezzare solo quando la polizia fa irruzione nei quartieri popolari. Minuscole tracce della scuola classica di Lang sono presenti nelle continue retate della polizia negli ambienti caldi della Roma trafficona, e che ricordano quelli di M. Il mostro di Dussendorf (1931). Sicuramente non uno dei più interessanti film del genere, anzi. Particolare nei titoli di testa, la presenza di una consulente psicologica, Laura Boggio Gilot.

 

 

Mario Bucci

        [email protected]